Una civiltà sconosciuta lavorava l’ossidiana in Etiopia 1,2 milioni di anni fa

Una civiltà sconosciuta lavorava l’ossidiana in Etiopia 1,2 milioni di anni fa

Un nuovo studio pubblicato su Nature – Ecology ed Evolution rivela una scoperta eccezionale fatta da ricercatori tra i quali figura anche l’italiana Margherita Mussi.

A surge in obsidian exploitation more than 1.2 million years ago at Simbiro III (Melka Kunture, Upper Awash, Ethiopia) | Nature Ecology & Evolution
Pleistocene archaeology records the changing behaviour and capacities of early hominins. These behavioural changes, for example, to stone tools, are commonly linked to environmental constraints. It has been argued that, in earlier times, multiple activities of everyday life were all uniformly conducted at the same spot. The separation of focused activities across different localities, which indicates a degree of planning, according to this mindset characterizes later hominins since only 500,000 years ago. Simbiro III level C, in the upper Awash valley of Ethiopia, allows us to test this assumption in its assemblage of stone tools made only with obsidian, dated to more than 1.2 million years (Myr) old. Here we first reconstruct the palaeoenvironment, showing that the landscape was seasonally flooded. Following the deposition of an accumulation of obsidian cobbles by a meandering river, hominins began to exploit these in new ways, producing large tools with sharp cutting edges. We show through statistical analysis that this was a focused activity, that very standardized handaxes were produced and that this was a stone-tool workshop. We argue that at Simbiro III, hominins were doing much more than simply reacting to environmental changes; they were taking advantage of new opportunities, and developing new techniques and new skills according to them. The authors report a specialized obsidian handaxe workshop at the site of Simbiro III in Ethiopia, suggesting that hominins more than 1.2 million years ago took advantage of opportunities provided by changing environmental conditions.
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Una civiltà sconosciuta lavorava l’ossidiana in Etiopia circa 1,2 milioni di anni fa, ben prima di quanto comunemente si fosse pensato fino ad ora. I ricercatori hanno per prima cosa determinato che il sito di Simbiro III (Melka Kunture, Upper Awash, Ethiopia) era effettivamente un sito di produzione di utensili, in particolare di asce di ossidiana, ma non era la località in cui viveva la civiltà sconosciuta che lo usava e quindi era effettivamente un sito di produzione. Questa divisione delle attività ed in particolare la separazione tra i luoghi in cui si viveva e quelli in cui si svolgevano altre attività è certamente sintomo di un pensiero complesso e anche della capacità organizzativa e di pianificazione che non si credeva nessun ominide possedesse prima di 500 mila anni fa al massimo. Simbiro III smentisce questa idea riportando indietro le lancette di almeno altri 5-700mila anni fino a 1,2 milioni di anni fa, al confine della comparsa dei primi ominidi, comunemente fatta risalire ad un periodo tra 1 e 2 milioni di anni fa.

Ma ancora più particolare è la scoperta del materiale che veniva lavorato e cioè l’ossidiana, un materiale di origine vulcanica che è molto difficile da maneggiare. Ancora oggi chi lo lavora usa dei guanti protettivi a causa della sua estrema pericolosità, essendo infatti tagliente come le più affilate lame che conosciamo. Inoltre, lavorarlo non è semplice perché pur essendo molto tagliente, è anche estremamente delicato e un colpo sbagliato può indurre delle fatture che lo rendono inutile o addirittura spezzarne il cuore. Anche nel nostro tempo, quindi, non è facile maneggiare l’ossidiana.

Normalmente si ritiene che la capacità di maneggiare questo materiale non si sia diffusa prima del Mesolitico o Neolitico. Ancora nel Mesolitico, risalente a circa 10mila anni fa e quindi un milione di anni dopo la civiltà etiope che lavorava in Simbiro III, gli uomini avevano perfezionato la lavorazione della pietra usando schegge di selce legate ad ossi o bastoni di legno per costruire strumenti per la caccia. Questo tipo di attività non è paragonabile al lavorare l’ossidiana, cosa che la civiltà di Simbiro III non solo faceva ma padroneggiava con sicurezza. Il sito era infatti una fabbrica di asce in ossidiana nella quale sono stati ritrovati 578 elementi dei quali solo 3 non erano scolpite con il materiale vulcanico. Una vera fabbrica, come la chiameremmo oggi, ma anche l’indicazione che questo tipo di lavorazione non affatto occasionale ma una attività consolidata.

Siti di questo tipo sono stati scoperti solo verso la fine dell’Età della Pietra e solo in Europa fino ad oggi ma la civiltà si Simbiro III non solo lavorava l’ossidiana ma per farlo in modo così massiccio doveva aver risolto anche il problema tecnologico di staccare grandi lastre del materiale per poi dividerlo in parti più piccole cosa che, data la sua fragilità, non è affatto semplice. Inoltre, le asce prodotte nel sito erano molto simili tra di loro, oggi diremmo che erano “standardizzate” e cioè chi la lavorava aveva elaborato una modalità che ripeteva con maestria fino a produrre centinaia di versioni molto simili.

Non sappiamo quale civiltà o specie di umani possa avere portato avanti queste attività almeno 1 milione di anni prima di quanto pensassimo e se questa fosse una eccezione, visto che Simboro III è il primo sito di questo tipo scoperto fuori dall’Europa, o una capacità diffusa. Sarebbe ancora più misterioso se, come tutto sembra indicare, quella civiltà etiope fosse una eccezione e se questa capacità sia tecnologica che organizzativa non sia stata condivisa con altri uomini che l’hanno “riscoperta” solo molti anni dopo.

In ogni caso questo conferma ancora, se ce ne fosse bisogno, che bisogna mantenere la menta aperta e non chiudere se stessi nell’idea che la nostra civiltà abbia scoperto e sappia tutto quello che c’è da sapere sui nostri antichi predecessori e persino sulla Storia dell’Umanità. Conoscerne una parte ed essersi fatti una idea di quello che potrebbe essere accaduto non vuol dire assolutamente averne una conoscenza completa e nemmeno attendibile.

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