Per la prima volta dal cessate il fuoco deciso con Hezbollah, Israele è stata attaccata oggi da tutti i fronti. Si tratta dei primi vagiti di un vasto movimento che include la Siria, che si sta organizzando e che oggi manda i primi segnali a Tel Aviv, annunciando di essere vicino all’emersione.
In serata Israele ha subito l’usuale attacco verso l’aeroporto Ben Gurion che lo Yemen usa per costringere le compagnie aeree ad abbandonare i voli verso l’aeroporto (ultima compagnia a lasciare fino a fine Luglio: RyanAir), un attacco che spedito milioni di israeliani nei rifugi.
Quasi contemporaneamente droni dall’Iraq si sono diretti verso Israele mentre alcuni razzi dalla Siria sono piovuti sul Golan occupato, probabilmente lanciati da Daraa.
Canale 12 in Israele ha commentato: “Una notte senza precedenti dal cessate il fuoco con il Libano. Le sirene di allarme sono risuonate in tutti gli insediamenti della Cisgiordania, Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa ma anche nella Bassa Galilea, a Nazareth e Tiberiade. Si sono udite forti esplosioni”
Il lider dell’opposizione Labour nel paese ha aggiunto: “Milioni di israeliani sono dovuti fuggire nei rifugi per colpa di Netanyahu e Katz” mentre i canali di diffusione delle informazioni tra gli insediamenti hanno aggiunto “Potremmo non dormire stanotte”.
Per la prima volta dal colpo di stato di Dicembre anche la Siria ha partecipato alle operazioni contro Tel Aviv e i due missili caduti sul Golan sono stati rivendicati dalle Brigate Al-Qassam (il battaglione Mohammed al-Deif), la resistenza palestinese in Siria. Solo pochi giorni fa con un nuovo comunicato un’altra frangia della Resistenza siriana ha annunciato le operazioni nel paese (nella foto di seguito il logo del gruppo):

Il comunicato diffuso dal Fronte di Resistenza Islamica in Siria è molto chiaro:
“Basandoci sul dovere religioso e nazionale e sull’idea che si debbano unire i ranghi della Resistenza contro l’occupante nei territori della Repubblica Araba di Siria, si è tenuto un incontro di coordinamento tra il Fronte di Resistenza Islamica in Siria e la leadership delle Brigate Baqiyat Allah [vicine ad Hezbollah].
[…]
Il coordinamento ha convenuto sui seguenti punti:
1. Stabilire come scelta irreversibile una linea di Resistenza contro tutte le occupazioni imposte contro la Syria, a prescindere dalla loro forma
2. Aumentare la cooperazione sul terreno e la mobilitazione tra le due fazioni e formare un coordinamento comune in conformità con la realtà in evoluzione della Resistenza
3. Rifiutare qualsiasi forma di normalizzazione e egemonia straniera e considera chi vi collabora al di fuori dei ranghi della Resistenza
4. Lanciare una serie di attività comuni sul territorio e sui media
5. Prepararsi per una nuova fase di lavoro più completo sul territorio e di resistenza politica.
Assicuriamo alla nostra popolazione orgogliosa che l’era delle divisioni è finita e che le fazioni della vera Resistenza hanno iniziato a percorrere il cammino verso la liberazione completa [della Siria] senza concessioni né interessi sospetti.”
Si possono notare i riferimenti alla Repubblica Araba di Siria, cioè la Siria unita e unificata del pre-colpo di stato dei tagliagole jihadisti ma anche riferimenti al fatto che chi collabori con l’occupazione sia “fuori dai ranghi della Resistenza”, un riferimento non troppo velato ai curdi ed altri gruppi che sono oggi a cavallo tra integrazione con il colpo di stato e rifiuto.
La Resistenza siriana sta quindi emergendo nelle sue diverse realtà e sta piano piano coprendo tutto il territorio siriano ed organizzandosi, come era stato ampiamente previsto e del resto annunciato anche dall’Iran. Non è un caso se oggi, per la prima volta, la Resistenza palestinese abbia attaccato Israele dalla Siria. La situazione preoccupa moltissimo gli autori del colpo di stato tanto che stasera, dopo il lancio dei missili sul Golan, moltissimi aerei israeliani e turchi si sono alzati in volo per pattugliare i cieli della Siria. Nelle missioni erano inclusi anche aerei da sorveglianza oltre che i caccia.
A completare la giornata nera per Israele i due attacchi palestinesi in cui molti soldati sono morti e rimasti feriti e per molte ore si è perlato anche di uno o più soldati catturati anche se questa notizia non è confermata.
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