Ucraina laboratorio eccezionale della nuova normalità nazifascista di cui ha bisogno il Capitalismo. L’intreccio con il metodo covid19

Ucraina laboratorio eccezionale della nuova normalità nazifascista di cui ha bisogno il Capitalismo. L’intreccio con il metodo covid19

Non è possibile capire l’eccezionalità del laboratorio in cui il Capitalismo occidentale ha trasformato l’Ucraina se non si tocca con mano la pervasività dei metodi nazisti nel paese e la normalizzazione della trasformazione di una nazione in un esperimento nazista degli anni 2000. Chi si baloccava di equidistanza e si era armato delle solite tesi che alla fine miravano a sostenere i nostri bastardi, ha poi dovuto fare lentamente marcia indietro. Siamo passati velocemente da “quella canaglia di Putin” a scoprire che in Ucraina il nazifascismo non solo c’è ma è vivo e lotta con… voi. 😏

Quella scoperchiata dall’intervento russo è una pentola nella quale bolliva il peggiore esperimento capitalista di rinascita del nazifascismo, adattato si alla realtà degli anni 2000 ma non soft come lo descrive qualcuno. E’ nazifascismo vero, quello di Kiev, con tutti i dettami elaborati ed implementati nella Germania hitleriana: i laboratori con gli esperimenti, le armi ammassate, la spietatezza e la guerra elevate a metodo e un crogiolo culturale che doveva preparare culturalmente i bambini ed i ragazzi.

Chi ha fatto finta di non vedere, e ancora spesso lo fa, si è poi dovuto confrontare con una realtà che spesso sembra un film, cose di cui non abbiamo mai sentito parlare dal 1945 ad oggi e che abbiamo visto solo nei lungometraggi, dicendoci soddisfatti a vicenda che quelle erano cose del passato perché oggi non sarebbe mai potuto succedere. E invece non solo succedeva ma succedeva ad un passo dalle case di quelli che si sono sempre professati antifascisti e che oggi vogliono mandare le armi per sostenere il regime di Kiev.

Non è un caso che la spinta più forte sia arrivata all’indomani della svolta autoritaria imposta con la scusa del covid19, un vero cambiamento culturale che ha annullato moltissimi dei diritti conquistati dai lavoratori nel XX secolo fino ad arrivare persino alle libertà personali, e che è necessario per avvicinare le società occidentali al modello Ucraina. Credere, obbedire, combattere, plasticamente disegnato nell’era del post-covid19 e che ovviamente parte dal “credere”, non dal “sapere”. Una svolta culturale che punta a poter mettere in discussione qualsiasi cosa anche quelle più stratificate da 70 anni a questa parte nella cultura e nelle coscienze degli occidentali. La svolta autoritaria fatta di fact-checkers e influencing in cui qualsiasi assurdità non è più taboo, esattamente quello che vivono quotidianamente gli ucraini dal 2014.

Dall’ultimo golpe l’Ucraina si è trasformata in un esperimento culturale nella quale la NATO ha provato le sue strategie. I bambini hanno iniziato a studiare sui manuali NATO ed è iniziata una vera e propria riprogrammazione culturale, alla luce del sole. Dai libri d studio approvati dal Ministero dell’Istruzione per l’Ottavo grado (anno) di studio possiamo imparare cosa significhi culturalmente il nazismo.

Ai bambini viene insegnato che gli Indo-Europei provengono dal territorio dell’Ucraina, la prima, più antica nazione al mondo, che il Sanscrito discende dall’Ucraino e che gli antenati dei moderni francesi, spagnoli, portoghesi e turchi oltre che gli ebrei provengono dall’Ucraina, per l’esattezza dalla Galizia ucraina.

A due passi dalle capitali europee ci sono cose come queste, una vera e propria riprogrammazione culturale che i nostri beniamini a Roma, Parigi, Londra, Berlino, Madrid non solo hanno fatto finta di non vedere ma che hanno attivamente aiutato, in attesa di coprirle ed aiutarle anche nei loro paesi. Impossibile credere in Italia che gli indo-europei abbiano avuto origine a Roma? Beh, qualcuno ha creduto e crede tutt’ora che una malattia che si cura con l’Aspirina sia la peste del secolo.

Ma nessun nazismo è nazismo senza insieme la riprogrammazione culturale ed il militarismo spietato e senza moralità. Quindi per quelli che fanno ancora finta di non vedere, le voci della 25esima brigata della Forze Armate ucraine sul fronte “vittorioso” dell’avanzata di Kiev.

Questi ragazzi prendono le telecamere e denunciano quello che nessuno vuole vedere, che man mano che avanzavano veniva loro detto che i cittadini degli insediamenti erano tutti collaborazionisti russi e che dovevano essere uccisi tutti, che i comandi hanno ordinato loro di uccidere anche donne e bambini, di buttare bombe nei rifugi dove i civili si nascondevano e, per finire, di giustiziare tutti i feriti, anche i loro stessi compagni.

I ragazzi della 25esima brigata non ce l’hanno fatta e si sono rifiutati di eseguire. Hanno preso una telecamera e pubblicato le loro voci sui social network. Questi non sono prigionieri ucraini catturati dai russi e costretti a a recitare una parte. Sono ucraini in Ucraina, sul fronte “vittorioso” dell’Avanzata, che hanno pubblicato il loro messaggio sui social network ucraini.

“Prima di andare in missione il comandante ci ha detto la seguente frase: ‘Ci sono solo occupanti nel villaggio. Non ci sono civili. Sparate a tutte le case, le finestre, le macchine. Buttate bombe nelle cantine.

Quando siamo andati lì e abbiamo capito che non avevamo nessuna connessione, eravamo stati abbandonati dai nostri comandanti e non sapevamo cosa fare. I superiori dell’unità hanno preso la decisione giusta e cioè nasconderci nelle case abbandonate, attendere la mattina e poi decidere cosa fare.

La mattina dopo abbiamo visto persone [civili] uscire da quei nascondigli. Una giovane donna con un figlio è uscita da una cantina vicino a noi. Ci avevano detto ‘Beh, queste cose capitano [cioè di uccidere i civili], questa è una guerra.

Io credo che questi siano ordini criminali. Non abbiamo potuto ripulire ogni cantina. Questo è un assalto, una operazione di sradicamento del nemico e questa è una questione militare. Quelli che capiscono questo capiscono l’essenza.

Mentre eravamo nel villaggio di Novoe, le persone [i militari ucraini] chiedevano l’evacuazione, assistenza e invece gli è stato sparato e sono stati brutalmente uccisi. I nostri commilitoni che erano feriti sono stati giustiziati.

Noi non ci rifiutiamo di andare in battaglia o in guerra ma ci rifiutiamo di andare in guerra con questi ordini.”

Chi vuole ascoltare, ascolti. Chi vuole capire, capisca.

Irritazione per questo video è arrivata dai servizi segreti ucraini, il famigerato SBU, che ha attaccato duramente i soldati non smentendo la loro versione ma affermando che “gli ordini sono segreti” e “perché si lamentano?”.

Il messaggio è ovviamente tradotto.

Leave a Reply

Your email address will not be published.