Ambasciatore cinese in Francia: i paesi dell’ex-URSS non hanno status legale per le leggi internazionali

Ambasciatore cinese in Francia: i paesi dell’ex-URSS non hanno status legale per le leggi internazionali

Hanno destato scalpore, anche tra i cinesi, le dichiarazioni rese ieri dall’ambasciatore cinese in Francia in una intervista in TV. Anche molti cinesi sono perplessi su cosa abbia davvero voluto dire Lu Shaye perché alcune cose vengono date per scontate. Cinesi e russi sono molto attenti che le loro azioni siano conformi alle Leggi Internazionali e per esempio la Russia non si è mossa in Ucraina senza assicurarsi di avere una fortissima base legale per le sue azioni secondo le norme internazionali e in modo conforme con i precedenti che l’Occidente ha tracciato con le sue azioni.

Non deve quindi sorprendere che Lu Shaye abbia detto una ovvietà che però suona come un forte avvertimento non solo per i paesi occidentali ma anche per quelli Baltici, per esempio. E se consideriamo che in Cina gli ambasciatori non diventano tali perché amici di qualche politico ma dopo una intensa formazione e un importante studio delle loro aree di competenza e che la Politica Estera è molto importante per la Cina tanto che non vengono effettuate dichiarazioni di politica estera senza una solida base di conoscenze, possiamo ben supporre che l’ambasciatore Lu Shaye non parli mai per caso né affretti le sue dichiarazioni.

Ma cosa ha detto l’ambasciatore cinese in Francia? Di seguito il video con i sottotitoli in Inglese:

Intervistatore: “Per favore, chiarisca la sua posizione perché sembra un po’ fumosa. Innanzitutto, la Crimea per lei è Ucraina?”
Ambasciatore: “Dipende da… come…”
Intervistatore: “No, no, per favore, ma non ‘dipende’. E’ Ucraina o no?”
Ambasciatore: “(dipende) da come lei percepisce questo problema. Ma c’è una storia. All’inizio la Crimea era parte della Russia, non è vero? Ed è stato Khrushchev che ha regalato la Crimea all’Ucraina al tempo dell’URSS. Ma…”
Intervistatore: “Ma mi scusi, secondo le Leggi Internazionali, come lei saprà, la Crimea è Ucraina, lei potrà contestare il perché ma comunque è Ucraina”
Ambasciatore: “Per le Leggi Internazionali questi paesi ex-sovietici non hanno nemmeno lo stato di… come posso dire… non hanno un effettivo stato [legale] per le Leggi Internazionali perché non ci sono accordi internazionali che ne abbiano definito la loro effettiva sovranità.”
Intervistatore: “Vuole dire che secondo lei la questione dei loro confini dal tempo dell’Unione Sovietica non è ancora risolta [definitivamente]?”
Ambasciatore: “In questo momento non è il caso di cavillare di nuovo su queste cose. In questo momento la cosa più importante è come giungere ad un cessate-il-fuoco.”
[…]

Agli occidentali questa cosa suonerà strana. Non sono pronti a confrontarsi con le Leggi Internazionali ma l’ambasciatore cinese richiama tutti al fatto che le Leggi Internazionali sono appunto leggi, non delle regolette che si possono seguire se lo si vuole e quando conviene ed ignorare in altri momenti.

Quello che Lu Shaye dice è semplice: la grande parte degli stati nati dal dissolvimento dell’ex-URSS hanno ottenuto territori da parte della Russia per poter fisicamente “nascere” e questi territori, spesso non originariamente di loro competenza, sono stati donati dalla Russia ma non in modo permanente ma in base a specifici trattati che sono tutt’ora in vigore e che prevedono delle condizioni. Se queste condizioni non fossero rispettate, questi trattati potrebbero essere annullati dalla Russia che avrebbe il diritto legale di riprendere i territori che ha concesso. Questo in base alle Leggi Internazionali.

L’ambasciatore cinese sta dicendo quindi agli occidentali due cose: la prima è che la Russia potrebbe cancellare molti trattati e riprendersi la stragrande maggioranza dei territori che ha concesso agli stati che erano parte dell’URSS; la seconda, che la Cina – seguendo il Diritto Internazionale, riconoscerebbe il diritto legale di Mosca di operare in tal senso, di fatto appoggiando la nascita ex-novo dell’URSS, almeno in quanto a territori. Non in base ad un inesistente imperialismo ma in base al Diritto Internazionale. I confini che riguardano la sovranità dei paesi dell’ex-URSS non hanno, si ripete non hanno, uno status definitivo per quello che riguarda la loro sovranità e questa questione non è assolutamente chiusa anche se molti non lo sanno.

Per fare un esempio, una vasta area della Lituania che comprende la capitale Vilnius è stata ceduta dalla Russia alla nascente Lituania ma solo con l’impegno a non ostruire mai il transito verso la regione di Kaliningrad. Il trattato, ancora in vigore, prevede questo. Se la Lituania – come ha minacciato di fare – bloccasse il passaggio verso Kaliningrad il trattato non sarebbe più valido e la Russia potrebbe legalmente riprendersi i territori che includono Vilnius.

La minaccia, per chi vuole ascoltare, è molto chiara. Se la NATO tentasse di usare i paesi del Baltico ed in generali quelli dell’ex-URSS come ha fatto l’Ucraina, la Russia potrebbe cancellare i trattati che governano la cessione dei territori e persino cancellare gli accordi di Belaveža, e riformare l’Unione. E la Cina riconosce questo diritto ai sensi delle leggi internazionali vigenti.

EDIT: poche ore dopo le reazioni non si sono fatte attendere. I governi di Estonia, Lettonia e Lituania hanno chiesto al governo cinese di chiarire le parole del suo ambasciatore in Francia e convocato gli ambasciatori cinesi nei rispettivi paesi.

Il Direttore delle Comunicazioni Strategiche NATO, Janis Sarts, ha invece pubblicato un tweet nel quale scrive:

“L’ambasciatore cinese in Francia dice: ‘Lo stato nel Diritto Internazionale dei paesi ex-Sovietici non è chiaro’ aggiungendo inoltre che le leggi internazionali (ad es. l’inviolabilità territoriale etc.) non si applicano ai confini della Lettonia. Ci sono altri dubbi sulla Cina?”

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