“Penso di capire, senatore, dove lei voglia arrivare e sono d’accordo al 100% con lei. Penso che non ci sia stata una corretta trasparenza sin dall’inizio in relazione ai potenziali effetti collaterali di questi vaccini.
E penso che sia stata presa una decisione inappropriata da parte di alcuni nel cercare di sottostimare qualsiasi effetto collaterale perché – dicevano – questo avrebbe scoraggiato le persone dal vaccinarsi.
Penso che uno dei più grandi errori che sia stato fatto è stato quello di rendere questi vaccini obbligatori. Non avrebbero mai dovuto essere imposti per legge, bisognava lasciare alle persone una scelta autonoma perché non prevengono l’infezione e hanno effetti collaterali”
Robert Redfield è stato il direttore del C.D.C. statunitense fino al 2021 e, soprattutto, era il direttore del CDC (l’autorità mondiale che tutti hanno seguito durante la psicofollia covid19) quando sono stati immessi sul mercato – e poi resi obbligatori – farmaci covid19. Li chiamiamo farmaci giacché chiamarli vaccini fa un po’ ridere.
E’ significativo quindi quello che dice: il CDC (“alcuni”) ha mentito sugli effetti collaterali dei farmaci, “sottostimandoli” per obbligare tutti ad assumerli. Non c’è stata “trasparenza”, dice lui, intendendo dire che gli effetti collaterali anche gravissimi sono stati negati e nascosti. “Qualcuno”, dice lui, ha sbagliato a sottostimare (cioè a nascondere e negare) gli effetti collaterali anche gravissimi perché si voleva ottenere un fine politico ed anche economico obbligando tutti ad assumere dei farmaci sperimentali.
Alla fine conclude che il più grave errore sia stato quello di rendere obbligatoria l’assunzione, non lasciando questa decisione alla scelta personale.
Redfield, però, si è ben guardato dal dire queste cose prima, quando era in carica. Lo dice ora, quando le inchieste giudiziarie lo obbligando a dire la verità, confermando quanto di peggio si possa pensare e si sia pensato di questi “professionisti” che hanno tenuto la bocca chiusa per soldi.
E’ comico e drammatico che i minion per 3 anni abbiano parlato di chi li avvertiva di queste cose come di “disinformazione” quando in realtà queste persone facevano invece informazione contro le panzane (scientifiche, politiche e sociali) che queste persone distribuivano per soldi.
E’ comico che – a spanne – circa il 70-80% delle persone non sia riuscita a riconoscere una evidente disinformazione ed evidenti meccanismi di massicce campagne di condizionamento pubblico quando ne ha incontrata una, e si sia prestata al gioco addirittura andandosene in giro ad accusare gli altri di disinformazione quando i disinformati erano loro stessi.
Nonostante gli studi e la scuola che tutti hanno frequentato, nonostante quasi 80 anni di promozione di comportamenti virtuosi quando l’autorità pratica una evidente e diffusa campagna di disinformazione per condizionare il pubblico e nonostante 80 anni di discussioni su come ci si debba opporre alle autorità che violano determinati valori, alla prima prova dei fatti il 70-80% della popolazione è riuscita a definire salvatori quelli che li stavano ingannando e mettere al rogo – come sempre è successo – quelli che volevano informarli.
Inutile parlare di Democrazia quando segnali evidenti vengono ignorati per assumere un atteggiamento – come lo chiamava compiaciuto un report del governo britannico in quel periodo – di “deferenza verso l’autorità”.
Leave a Reply