I piloti siriani riprendono gli addestramenti. Obbiettivo è riprendersi tutto il paese

Se sentite parlare poco della Siria è perché le cose non vanno come sperato.

Il regime dei tagliagole jihadisti ha ormai chiaramente fallito nel tentativo di essere accettato da tutte le componenti del paese, con la ribellione dei Drusi di questi giorni che è solo l’ultimo dei tanti movimenti che non accettato il nuovo regime. Persino i curdi, che hanno firmato poche settimane fa un accordo, lo hanno ormai rinnegato.

Il sogno degli occidentali rimane il partizionamento della Siria, che la cancellerebbe delle cartine per essere sostituita da piccoli etno-stati, un destino che per gli occidentali e per le canaglie israeliane dovrebbero subire anche gli altri stati arabi dell’area in modo da lasciare Tel Aviv come unica reale forza.

Già mesi fa si è detto di come le forze siriane si erano organizzate sin dall’inizio del colpo di stato e di come, ad esempio, i piloti dell’aviazione fossero stati messi tutti in salvo con l’aiuto dell’SDF per poter tornare in azione appena fosse stato tutto pronto.

In questo video i piloti che hanno ripreso l’addestramento in una località non rivelata. I visi sono oscurati per proteggerne l’identità.

E’ possibile che questi addestramenti, che includono anche le forze speciali alawite, siano tenuti in Russia anche se la circostanza non è confermata.

L’Iran ha indicato in 12 mesi il tempo necessario perché la Resistenza si organizzi ed inizi le sue operazioni. L’obbiettivo è chiaro: prima l’autonomia della costa siriana in cui vivono gli alawiti, poi la deposizione del regime dei tagliagole a Damasco.

La Siria resterà unita e governata dai siriani. A simboleggiare questo nel video compare la bandiera siriana con le due stelle verdi e non la bandiera alawita, segno che i soldati si addestrano non per la sola indipendenza della costa siriana ma per riconquistare tutto il paese.

Per recuperarlo servirà non solo una forza militare ma il supporto della popolazione che in questi pochi mesi ha capito benissimo quale sia il destino che li attende secondo gli occidentali, interessati solo a preservare i loro interessi.

Con il progressivo disimpegno degli Stati Uniti dal paese la situazione sarà anche più chiara. E Iran e Russia non attendono altro che vendicarsi di Erdogan.

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