L’annuncio del governo israeliano del prossimo tentativo di rioccupare permanentemente Gaza ha dato il colpo finale al delicato equilibrio interno dei poteri nel paese. Il governo israeliano, obbligato alla guerra permanente per evitare che Israele faccia i conti del dopoguerra, continua a non ottenere nessun risultato apprezzabile né a Gaza né nelle sue altre mille avventure.
Per chiudere lo stato di guerra gli servirebbe qualche risultato, che non riesce ad ottenere, e più avanti cercando una vittoria mediatica da presentare più il costo di questa vittoria si alza e il risultato da presentare al pubblico diventa gigantesco per bilanciare il costo, in termini sia monetari ma soprattutto civili, dei grandi problemi causati. In questa spirale è avvolto Netanyahu e soprattutto lo Stato israeliano. Non è più chiaro infatti cosa costituirebbe una vittoria, cosa basterebbe.
Il governo israeliano ha di recente approvato all’unanimità il licenziamento del giudice che porta avanti il caso di corruzione contro Netanyahu, in un altro incredibile gesto di rottura dell’equilibrio tra i poteri dello Stato mentre solo ieri l’esercito di Tel Aviv si è opposto al nuovo suicidio di Netanyahu che ha annunciato l’operazione di occupazione completa di Gaza con annessione del territorio. L’Esercito sa che non ha alcuna possibilità di annettere ed occupare Gaza e che solo provarci costerebbe migliaia di morti. La Resistenza palestinese, infatti, non attende altro che uno sconto diretto e la dispersione delle poche risorse, leggi i soldati, nel tentativo di controllare tutta Gaza. Già il solo entrarci in piccoli gruppi super-armati e con copertura aerea totale è costato migliaia di morti e feriti. Una occupazione permanente di Gaza sarebbe un suicidio sia politico che militare e porterebbe alla sconfitta definitiva di Israele nei confronti dei palestinesi, una forza militare irregolare.
In un rarissimo appello congiunto gli ex-capi del Mossad, dello Shin Bet e dell’Esercito hanno chiesto la fine immediata della guerra a Gaza, avvertendo che ormai è condotta solo per “obbiettivi messianici ed estremisti” e che questa guerra sta “conducendo alla perdita della sicurezza e della libertà di Israele”.
Israele non ha mai avuto, e a maggior ragione non la ha ora, la forza per occupare e controllare Gaza e provarci porterà solo al disastro.
Netanyahu ed i suoi sponsor occidentali, tuttavia, non hanno alternative.
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