In Russia si discute della cancellazione del Capitalismo

Mentre a noi toccano le bretelle di Riotta, il dibattito sulla guerra in Russia è di molto più complesso di quello che avviene in Occidente dove i media, sul modello covid19, si sono sdraiati sulle posizioni delle élite borghesi che hanno bisogno della guerra.

Da qualche settimana il dibattito politico russo è di molto più complesso di quello che si racconta in Occidente dove i vari Riotta devono farvi credere che il pubblico russo sia tenuto all’oscuro di tutto. E’ la sindrome dell’uomo bianco, quella forma subdola di razzismo che gli occidentali si portano costantemente dietro e che li porta a pensare che chi non è d’accordo con loro sia poco informato, ignorante o pagato da altri. “Altrimenti”, è il ragionamento, “sarebbero d’accordo con me perché io ho ragione”. 😏

Mentre noi perdiamo tempo, dalle parti di Mosca si dibatte del Capitalismo. Qualche settimana fa abbiamo visto la direttrice di Russia Today invocare cambiamenti sociali radicali in Russia citando l’organizzazione cinese come modello positivo, dall’economia pianificata in giù.

L’altro giorno l’analista militare Konstantin Sivkov ha rincarato la dose parlando apertamente di socialismo. Stiamo parlando del primo canale pubblico russo, il più visto nel paese.


“Il nostro attuale sistema economico di mercato [il Capitalismo] non è adeguato a supportare le nostre Forze Armate e l’intero paese, nelle attuali condizioni. Dobbiamo effettuare un passaggio ad un altro sistema che io potrei definire ‘socialismo militare’ ma voi potete chiamarlo in un altro modo.”

“Tutte le risorse strategiche, senza alcuna eccezione, come la terra, le fabbriche e qualsiasi altra cosa, devono essere messe sotto il controllo del governo e si deve creare un piano centralizzato di sviluppo. Senza fare questo, non possiamo garantire la produzione.”

“Avete analizzato quali grandi obbiettivi porti avanti la nostra artiglieria? 1.500 o 1.600 missioni di fuoco. Ogni missione consuma circa 40-50 proiettili. Fate la somma e stiamo quindi parlando di circa 50mila proiettili al giorno che devono essere prodotti. I missili devono essere prodotti. Ogni giorno da 5-6 a 10-15 missili devono essere usati e quindi devono essere prodotti. Possiamo produrne così tanti ogni giorno?”

“Anche con le attuali condizioni di questo conflitto noi dobbiamo urgentemente, urgentemente adattare le nostre industrie”.

Sebbene il colonnello Sivkov la analizzi dal punto di vista militare (del resto, è un colonnello…) è più che interessante che per la seconda volta sul primo canale russo si invochi il ritorno al Socialismo ed all’economia pianificata, ammettendo implicitamente che il Capitalismo e l’economia di mercato non sono in grado di soddisfare i bisogni di un paese e della sua popolazione.

Sivkov non è uno sprovveduto. E’ un ufficiale della Marina in pensione ed un diplomato dell’Accademia Militare che ha servito nel Centro per la Ricerca Stategico-militare dell’Esercito da 1995 al 2007. E’ un dottore di Scienza Militare e componente dell’Accademia Russa delle Scienze missilistiche e di artiglieria ed ha pubblicato oltre 200 analisi sui conflitti militari moderni e l’organizzazione e lo sviluppo delle Forze Armate. Inoltre è co-fondatore e primo vice-presidente dell’Accademia per i Problemi Geopolitici, una organizzazione scientifica non-governativa che è specializzata in analisi militari (fonte curriculum)

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