Lo stato e la società israeliana continuano a disgregarsi

Le notizie dello scontro all’interno del governo israeliano e tra il governo e parte dell’esercito rendono facilmente più chiaro il quadro di profonda disgregazione dello stato israeliano a tutti i livelli a causa della sconfitta che Israele sta subendo a Gaza, aumentata dalle difficoltà esterne.

Lo scontro interno al governo ha due ragioni:

  • i rapporti tesissimi tra Netanyahu ed altri ministri come Gvir e Gantz a cui il premier ha proibito di incontrare la leadership dell’esercito e dello Shin Bet se non in sua presenza. I ministri israeliani sono come cani rabbiosi, nessuno si fida dell’altro;
  • la notizia che sarebbe partita una inchiesta civile sugli eventi del 7 Ottobre, con la Polizia che indagherà sull’Esercito. Anche se i media occidentali cercano di sterilizzare la notizia affermando che si tratta di una inchiesta sulle falle che hanno portato al 7 Ottobre, la realtà è ben diversa: l’inchiesta analizzerà il comportamento dell’Esercito anche in relazione alla denuncia dei familiari delle vittime sulle centinaia di loro cari non uccisi dai palestinesi ma dall’esercito israeliano con prove sempre più evidenti che la stragrande maggioranza dei decessi sono dovuti ad attacchi insensati dell’esercito che ha sparato su tutti. Questa inchiesta è esplosiva perché molti soldati stanno confessando e si stanno dissociando.

Nel frattempo la società israeliana fa i conti con la catastrofe dei militari israeliani morti o feriti a Gaza, con il numero ufficiale a cui non crede nessuno. Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth per esempio scrive che sebbene ufficialmente il computo delle vittime (feriti ed uccisi) sia a quota 2.300 la realtà è ben diversa e che ci sono già almeno 12.500 soldati a cui verrà riconosciuta una invalidità totale dopo la guerra.

Israele ha dovuto ritirare almeno 5 divisioni dal Nord della Striscia di Gaza, una zona che dice di “controllare”, cosa ovviamente assurda tanto che qualche palestinese sta già tornando nella zona delle loro vecchie case mentre gli israeliani, a partire dalla famosa brigata Golani, devono essere ritirati.

A questo si aggiungano almeno 250mila coloni che hanno abbandonato il Nord a causa di Hezbollah e che rifiutano oltre 5.000 dollari a famiglia per ritornare.

Come se non bastasse, in Israele inizia a farsi palese il problema della situazione mentale dei reduci di Gaza che cominciano a diventare un problema reale a causa di disordini da stress post-traumatico vissuto nell’inferno della Striscia.

Ha fatto il giro di Israele, per esempio, il video di questo soldato su un bus di linea che voleva scendere tra due fermate e, al rifiuto dell’autista, ha spaccato il vetro del bus ed è sceso da lì.

In puro stile Vietnam i soldati israeliani scoprono che la mancata censura delle notizie uscite da Gaza e la possibilità per il mondo di vedere la strage che stanno compiendo, li sta facendo odiare anche in patria dove pensavano di ritornare da eroi.

Una situazione esplosiva mentre l’intero castello di sciocchezze sul 7 Ottobre si sgretola ogni giorno di più. Questa volta è il quotidiano israeliano Haaretz che scrive che l’inchiesta sui presunti stupri del 7 Ottobre si è arenata perché la Procura non riesce a trovare nemmeno una testimonianza o prova diretta che ci siano mai stati stupri e non sa come procedere. L’inchiesta è così bloccata che la Procura avrebbe lanciato un messaggio alla popolazione perché chi sa qualcosa, parli.

Facendoci sorridere perché se non denunciano gli stupri le vittime e i loro familiari, cosa ne dovrebbero sapere i passanti per strada?

Insomma, come si è sempre detto, anche la vicenda degli stupri era solo una bufala colossale.

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