La raffazzonata rivendicazione dell’ISIS dell’attentato in Iran

Puntuale come un orologio svizzero è arrivata la presunta rivendicazione dell’ISIS sull’attentato a Kerman, in Iran. Nonostante l’ISIS sia diretta emanazione degli Stati Uniti e di Israele, questa rivendicazione non è nemmeno opera dell’ISIS stessa, che ha solo prestato i suoi canali social per la diffusione dei messaggi. E, quindi, serve solo come paravento per i media occidentali. Nessuno, in nessuna altra parte del mondo, crede che l’ISIS abbia compiuto un attentato a Kerman, specie dopo il messaggio di rivendicazione:

* l’ISIS non usa mai il nome “Iran” nei suoi comunicati ma lo chiamano sempre la “Provincia Persiana” o la “Provincia Khorasan”;

* l’ISIS non pubblica mai le foto dei suoi uomini con i visi oscurati;

* l’ISIS non ritarda mai di 30 ore la pubblicazione dei comunicati sulle sue azioni. Invece, prepara sempre in anticipo le foto delle dichiarazioni di adesione dei suoi componenti e le loro rivendicazioni e le pubblica subito dopo le azioni.

In generale, l’ISIS procede sempre nello stesso per le sue operazioni: pubblica comunicati di minaccia verso i suoi obbiettivi, emana delle “fatwa” e poi esegue le operazioni, seguite subito dopo dalle rivendicazioni.

Inoltre, quarto punto, le rivendicazioni politiche di quest’ultimo comunicato sono significativamente diverse da quelle che l’ISIS fa normalmente nei suoi comunicati, cosa che indica che l’autore del testo non è un componente dell’ISIS.

La cosa importante è che questo comunicato, palesemente falso, non serve per bloccare l’Iran ma serve come copertura per i media occidentali, per negare le responsabilità di un attentato efferato compiuto dagli israeliani o dagli Stati Uniti e definire ingiustificata la ritorsione di Teheran.

Gli attentati e gli assassinii mirati non sono un segno di forza ma di debolezza, indicano la paura della NATO di un confronto diretto con i suoi avversari e mirano ad intimidirli perché desistano prima di iniziare.

Cosa che non accadrà.

Una rivendicazione così raffazzonata, improbabile e poco tempestiva indica che la gli occidentali non hanno avuto tempo di concordare con l’ISIS questa azione, che volevano eseguire in fretta e furia per causa grande impressione in Iran, così come l’attacco israeliano a Beirut.

Se è stata progettata ed eseguita con così scarsa preparazione significa che gli occidentali hanno cercato di fermare qualcosa che è in moto e che sperano di fermare prima che avvenga.

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