Già qualche mese fa si era evidenziato come fosse in pieno corso in Russia il processo di riabilitazione dell’esperienza dell’Unione Sovietica, come parte del processo di avvicinamento verso il modello produttivo cinese, che è dichiaratamente marxista, ma anche come ricostruzione della sfera di influenza russa sia in Est Europa che in Africa. Questo processo sarà lungo e passa innanzitutto da due attività propedeutiche:
- la riabilitazione dell’esperienza dell’Unione Sovietica, del suo sistema produttivo, di protezione e di relazioni sociali;
- il conseguente ridimensionamento del sistema liberista che ha dominato culturalmente la Russia post-sovietica.
Segnali di questo processo si sono visti da subito, sin da Febbraio 2022 quando le unità russe entravano in Ucraina con le bandiere rosse sovietiche senza che nessuno intervenisse. Il peggioramento della situazione in Occidente, dove le élite politiche hanno gettato la maschera schierandosi apertamente con le unità nazifasciste ucraine e imponendo alle loro società il ritorno culturale al nazifascismo che è diventato la vera eredità culturale e politica dell’Occidente. Non solo per tradizione ma anche perché è necessario contrastare culturalmente il marxismo cinese e, quindi, la Cina.
Allineare i sistemi produttivi cinese e russo non sarà facile dopo un quarto di secolo di propaganda liberista e soprattutto tenendo in considerazione che non esistono anti-comunisti più viscerali delle attuali elite russe, cresciute nella speranza di poter fare un accordo con l’Occidente. I russi sono però estremamente pratici e la guerra in Ucraina si è presto trasformata in tutto il mondo da problema regionale russo a lotta di liberazione dal nazifascismo occidentale che le stesse elite occidentali propugnano ora come loro modello culturale.
Un altro passo in questa direzione è stato completato pochi giorni fa quando il Presidente della Federazione Russa Putin ha firmato il decreto che modifica il nome dell’aeroporto di Volgograd (la vecchia Stalingrado) in appunto “Aeroporto di Stalingrado”, cosa alla quale la TV russa ha dato molta evidenza come può vedere nel video di seguito su Russia Today che ha diffuso le immagini del Cremlino.
“Tutti mi hanno chiesto di contattarti e appoggiare la proposta di cambiare il nome dell’aeroporto e di dargli un nome vero, coraggioso, fiero ed eroico: Aeroporto di Stalingrado. Per favore, Vladimir Vladimirovich, appoggia la mia richiesta.
Putin: Chi ti ha contattato?
La comunità dei veterani, i veterani e coloro che partecipano all’Operazione Militare Speciale.
Putin: Il loro volere è legge per me quindi d’accordo, facciamolo. Non appena ritornerò a Mosca preparerò un decreto che firmerò subito. Il decreto sarà relativo al cambiamento del nome in Aeroporto di Stalingrado.
Grazie. Facciamolo allora.”
E’ interessante che a Putin venga detto che la richiesta arriva dai soldati che stanno partecipando alle operazioni in Ucraina, a conferma del discorso che si faceva sul significato di questa battaglia e delle bandiere rosse che sventolano ora in grandi parti dell’Ucraina liberata dai nazifascisti e di come Putin abbia tutto sommato ceduto al fatto che il Socialismo Sovietico è e deve essere la risposta culturale alla glorificazione del nazifascismo in Occidente, per quanto per lui questo sia difficile da accettare.
Putin si trova a Volgograd come parte delle celebrazioni per l’80esimo anniversario della vittoria dell’URSS sul nazifascismo, vittoria della quale la battaglia di Stalingrado è stata una delle fasi chiave. Anzi, come ha detto ufficialmente Putin durante le occasioni ufficiali, “le sorti dell’intera umanità sono state decise [a Stalingrado]. […] La sconfitta del Nazifascismo è la nostra eredità comune” (video di seguito dell’intervento).
Come si era scritto tempo fa, però, non finisce qui perché da due anni l’amministrazione di Volgograd sta combattendo per ottenere un risultato ancora più ambizioso e cioè il ritorno dell’intera città al vecchio nome di Stalingrado. Non deve essere facile per Putin e per le elite russe questo ritorno ai simboli dell’Unione Sovietica ma, d’altro canto, niente più di questo marca e marcherebbe una presa di distanza anche culturale dall’Occidente, soprattutto se si considera che Stalin rimane la figura più importante della Storia della Russia, superando persino i diversi zar e imperatrici.
Di seguito il video di Putin – anche questo diffuso da Russia Today – che incontra una delegazione di ragazzi di Volgograd che gli chiedono di acconsentire al ritorno della città al vecchio nome:
“Ragazza: vorrei ringraziarti a nome di tutta Stalingrado per avere cambiato il nome della nostra città…
Putin: della città o dell’aeroporto??
Ragazza: (ridendo) dell’aeroporto! Mi sono confusa!
Putin: sono di Volgograd, ti capisco. [da notare come la ragazza chiama la città Stalingrado mentre Putin usi il nome attuale]. Pensi che anche il nome della città debba essere cambiato?
Ragazza: si! Perché è connessa in modo molto forte con episodi importanti della Storia e a nome della popolazione ti dico che ne saremmo davvero felici. Grazie.
Putin: (rivolgendosi ad un altro ragazzo) anche tu?
Ragazzo: si, certo!
Putin: Beh, ovviamente questo è di molto più impegnativo. In molti paesi europei nessuno ha di recente cambiato più i nomi delle piazze o delle vie. Nonostante i nostri rapporti buoni con questi paesi ci sono ancora piazze e vie chiamate Stalingrado.
Ragazza: Vladimir Vladimorovich, io non dimenticherò mai quando sono stata al Reichstag nel 2007, per il 9 Maggio, e c’era una panchina e mi hanno chiesto ‘Tu di dove sei?’ e io ho risposto Volgograd e poi Stalingrado. Immediatamente riconoscibile.
Putin: Lo capisco. Ma in questa materia tocca ai residenti decidere. Beh, pensateci. Chiedete alla popolazione.”
Di fatto, quindi, Putin apre alla fine al cambiamento del nome della città, legandolo alla volontà popolare. Il cambiamento del nome della città avrebbe ripercussioni fortissime in Russia, dove sarebbe un messaggio molto chiaro, ma ancora più forti all’estero ed in Occidente dove avrebbe un significato ancora più distruttivo.
E Putin questo lo sa benissimo. La via è tracciata.
Leave a Reply