Rasmussen certifica la dissoluzione della NATO. I russi formano unità anti-terrorismo tra la popolazione

Rasmussen certifica la dissoluzione della NATO. I russi formano unità anti-terrorismo tra la popolazione

Come avevano previsto gli stessi ex-generali NATO, l’Alleanza non riesce ad entrare in guerra. E’ toccato all’ex-Segretario della NATO Rasmussen confermare la sostanziale dissoluzione dell’Organizzazione chiedendo – come già aveva fatto Stoltenberg – ai singoli paesi di definire accordi bilaterali con l’Ucraina per poi poter entrare in guerra.

Se questa sembra una dichiarazione innocua, non lo è specie se ripetuta due volte dal Segretario attuale ed un ex-Segretario. Certifica in effetti la dissoluzione della NATO che sa che chiamasse alla guerra generale contro la Russia si spaccherebbe e sparirebbe. Molti paesi hanno già fatto sapere che non entreranno mai in guerra contro la Russia, nemmeno dopo un eventuale chiamata generale dell’Alleanza, tradendo i propri obblighi. Tra questi, l’Ungheria lo ha dichiarato apertamente ma molti lo hanno fatto privatamente. Alla NATO non resta quindi che sperare di non dover mai chiamare i suoi componenti ufficialmente alla guerra e continuare sostituendo l’Ucraina con qualche altro paese a cui fornire, come sta facendo, assistenza militare diretta.

L’Ucraina è ormai solo un ricordo e l’Alleanza sta preparando l’ingresso in guerra del prossimo paese e cioè della Polonia. Sono cominciate le manovre, anche mediatiche, che dovranno portare Varsavia ad entrare in guerra il prima possibile anche perché, una volta decimato quello che resta degli ucraini, la Russia avanzerà fino a Leopoli e Kiev e serve qualcosa che la ingaggi prima. Di questi giorni le dichiarazioni appunto di Rasmussen che indicavano che la Polonia potrebbe formare una “coalizione di volenterosi” per combattere militarmente la Russia e che componenti NATO potrebbero entrare nel teatro dei combattimenti. Ce ne parla il Guardian:

Nato members may send troops to Ukraine, warns former alliance chief | Nato | The Guardian
Security guarantees and membership path needed at Nato summit to avoid escalation, says Anders Rasmussen
www.theguardian.com

Oltre alla Polonia, gli stati baltici – ormai preda di gravissime crisi economiche – potrebbero accettare di entrare in guerra in Ucraina al di fuori del contesto della NATO. Si tratta, con tutta evidenza, di un’altra trappola per questi paesi perché la NATO non prevede l’assistenza militare obbligatoria qualora sia un suo componente ad attaccare ed iniziare la guerra. L’Occidente sta quindi cercando di comprare altro tempo mandando altri paesi in guerra ma mantenendosi le mani libere per non avere obblighi di assistenza militare attiva qualora le cose andassero male. Così facendo, sacrificherà anche Polonia e molti stati baltici e potrebbe costringere Mosca ad avanzare ancora di più oltre i confini dell’attuale Ucraina.

La Russia sa che questa escalation è inevitabile. La NATO non può accettare di avere perso ma non sa come entrare in guerra direttamente senza spaccarsi, anche se ormai in tutti i paesi occidentali è più che chiaro che questo sarà l’esito: un confronto diretto. Mosca sa bene cosa succede ed infatti ha iniziato a formare unità anti-terrorismo tra i civili ed i volontari. Nella città di Pskov, vicina al confine con l’Estonia, i terroborona (volontari) stanno iniziando a formare unità anti-terrorismo in previsione – evidentemente – di incursioni dal territorio estone simili a quelle portate dagli ucraini. Inutile dire che se l’Estonia consentisse incursioni in territorio russo il risultato sarebbe la guerra quindi i russi si aspettano di entrare presto in guerra con gli stati baltici.

Nel frattempo i media stanno stringendo il cappio attorno non solo l’Ucraina ma anche alla Polonia. Devono creare il contesto necessario per far accettare l’ingresso della Polonia in guerra, non solo in Occidente ma anche in Polonia stessa visto che i suoi cittadini sono fortemente contrari. Dopo aver fatto circolare voci sulla responsabilità ucraina nell’attentato terroristico al Nord Stream, cosa di per sé ridicola, il Wall Street Journal ha diffuso la voce che le unità terroristiche che hanno attaccato il Nord Stream potrebbero avere usato proprio la Polonia come base, di fatto implicando il paese nel sabotaggio.

Nord Stream saboteurs may have used Poland as base of operations, WSJ reports – POLITICO
German investigators are examining why the yacht believed to have been used to carry out the sabotage deviated into Polish waters, Wall Street Journal says.
www.politico.eu

Queste campagna di disinformazione hanno certamente l’obbiettivo di assolvere dalle responsabilità i veri autori materiali dell’attacco terroristico, gli USA, ma tentano nel contempo di creare un contesto mediatico favorevole per la prossima fase della guerra. Se possibile, la NATO eviterà di dover entrare nel conflitto in modo ufficiale, con tutto quello che ne consegue, e tenterà di preservare i paesi più importanti sacrificando quelli più piccoli, ormai quasi defunti economicamente, e cercare di logorare la Russia ma non è ancora certo che questa strategia funzionerà e l’Alleanza debba impegnarsi direttamente davanti al crollo di tutti i suoi muri di difesa e la possibilità di una ulteriore avanzata russa in Europa.

Mosca, dal canto suo, da mesi si prepara proprio per una guerra totale.

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