La Russia forma altri due distretti militari e passa da una impostazione di difesa attiva ad una di attacco attivo

Qualche giorno fa molti ufficiali russi avevano detto una cosa importante: la guerra non finirà a Kiev. Dopo aver fortificato il Donbass mentre l’Ucraina mandava carne da macello a Bakhmut, la Russia cambia definitivamente la sua impostazione della guerra in Ucraina, passando da una impostazione di difesa attiva ad una di attacco attivo, segnalando l’inizio dell’offensiva russa proprio nei giorni in cui ci si aspetta la famigerata offensiva ucraina.

I militari russi hanno dato il via alla formazione di due nuovi distretti militari: Mosca e Leningrado e selezionato circa 280mila uomini da usare nei due distretti. Contemporaneamente, la Russia sta muovendo il suo esercito per proteggere i suoi confini ad Est, non ad Ovest. Con le nuove modifiche l’esercito russo arriva ad essere composto da 1.5 milioni di soldati, il maggior numero di uomini dalla Seconda Guerra Mondiale.

Secondo i dettami della dottrina sovietica è stata formata una struttura di molto più complessa che non ha come obbiettivo la difesa né dei nuovi territori russi nell’ex-Ucraina né quella del territorio russo in generale. Questa struttura è stata formata per operazioni di penetrazione nel territorio nemico.

La guerra non si fermerà a Kiev significa che i russi pianificano già di avanzare più ad ovest di Kiev e a questo proposito il messaggio che Lukashenko ha inviato ai paesi dell’ex-Unione Sovietica è inequivocabile e cambia la dimensione della situazione. Il presidente bielorusso non ha chiesto più agli altri paesi di entrare in una alleanza con Russia e Bielorussia ma di entrare nello Stato Unitario. In sostanza ha proposto la riunificazione con altri paesi dell’ex-Unione Sovietica ed ha esplicitamente detto – anche se parlava di sua idea e non di idea dei russi – che qualsiasi paese si riunifichi con la nuova realtà politica verrà protetto mediante il trasferimento di armi nucleari sul suo suolo, come successo per la Bielorussia.

Lukashenko ha quindi proposto di formare di nuovo l’Unione Sovietica, sebbene – per adesso – non su base comunista.

“Se qualcuno è preoccupato… beh, io non credo che il sig. Tokayev sia preoccupato di questo ma qualora improvvisamente diventi preoccupato [di quello che succede in Europa] allora sappia che nessuno è contrario che il Kazakhstan o altri paesi abbiano con la Russia lo stesso rapporto che abbiamo noi. Ed è molto semplice. Sarà sufficiente entrare nell’Unione con Russia e Bielorussia e ci saranno armi nucleari per tutti. Questa è solo la mia opinione, non è l’opinione dei russi ma io credo che sia possibile. Dobbiamo comprendere che abbiamo una occasione strategica per unirci.”

La Russia si sta preparando per la guerra contro la NATO e, nel frattempo, propone la riunificazione tra i paesi ex-Sovietici. Per gli occidentali non ci può essere niente di peggio.

Leave a Reply

Your email address will not be published.