L’ultima bufala per vendere la guerra: fa crescere l’economia. La Russia si salva con l’economia pianificata

L’ultima bufala per vendere la guerra: fa crescere l’economia. La Russia si salva con l’economia pianificata

Il Borussia Dortmund è la prima squadra che fa un accordo di sponsorizzazione con una azienda che vende armi. Ha annunciato un accordo triennale con Rheinmetall, azienda produttrice dei famosi carri armati Leopard e di innumerevoli altri armamenti. E’ la più importante azienda tedesca nel settore delle armi.

Il Dortmund si è vergognato di giocare con il logo della Rheinmetall sulla maglia e quindi ha annunciato che non sarà quello lo sponsor delle divise ma il logo dell’azienda tedesca di armi comparirà su tutto il merchandising del BVB a partire da OGGI, giorno della finale di Champions League. E a questo punto Carletto deve fare un favore a tutti noi…

La prossima bufala per fare digerire la guerra ai cittadini occidentali è che la guerra porterà una crescita dell’economia, in un momento di crisi nera per tutti. Ci sarà più lavoro, più soldi, più tutto mentre non combattere nessuna guerra ci porterà alla miseria.

Da mesi la stampa occidentale prepara questa tesi, partendo dall’enorme fesseria del fatto che l’aumento delle spese militari abbia portato la Russia a sopravvivere alle sanzioni economiche occidentali e l’abbia portata alla crescita che ha ora. Una clamorosa sciocchezza per far digerire la guerra ai lavoratori occidentali. Licenziamenti diffusi e crisi vs una bella guerra con tutti occupati, un sacco di soldi che girano e poi in fondo, se ce la facciamo, a morire saranno gli straccioni ucraini e magari dei paesi baltici.

La Russia non si è salvata dalla crisi economica indotta dall’Occidente perché ha aumentato le spese militari che arriveranno dai 60 miliardi di dollari del pre-guerra, ai circa 87-90 del 2022/23 fino ad un massimo di 100-120miliardi. I soli Stati Uniti sono passati da un budget militare di circa 800 miliardi l’anno ad oltre 1.000 attualmente.

Quello che ha salvato la Russia non è stato l’incremento delle spese militari ma la riconversione che stanno facendo dell’Economia, processo in cui lo Stato russo sta prendendo il controllo di tutti i settori produttivi, togliendoli (formalmente o informalmente) al controllo dei privati spesso alleati degli occidentali, e iniziando un processo di regolamentazione dell’Economia che a breve si trasformerà in economia programmata sulla stessa base di quella cinese.

Ogni settore produttivo sta venendo riorganizzato per essere funzionale e produrre ciò che serve allo Stato ed ai cittadini russi, senza alcun riguardo per quella piccola cosa chiamata “profitto”. Le aziende che collaborano e si mettono a disposizione, rimangono stabili, quelle che vogliono approfittarne o vogliono produrre nei modi e nelle forme di loro interesse vengono riconvertite. Non è un caso se il nuovo Ministro della Difesa russo non sia un militare ma un economista: la Russia sta integrando la produzione bellica come un settore normale dell’Economia e, se questa va sostenuto perché è in guerra, non deve però fagocitare gli altri ma integrarsi. Produrre febbrilmente armi distruggendo gli altri settori produttivi porterà solo alla crisi economica.

Questo sistema pianificato non riguarda le armi, anzi direi che non riguarda nemmeno principalmente le armi. Nei primi mesi i russi si sono trovati davanti a problemi di ordine ben più pratico, legati ai settori in cui importavano prodotti alimentari, settori poi bloccati dalle sanzioni.

Lo Stato russo ha creato da zero l’intero settore di produzione delle uova, dopo che queste ultime erano diventate carissime perché principalmente importate. Ha creato ex-novo un sistema di produzione di prodotti agricoli, specialmente verdure, che la Russia importava in grandi quantità. La grande quantità di questi prodotti ora disponibile ha stabilizzato i prezzi e abbattuto l’inflazione. Lo Stato ha semplicemente programmato la produzione.

I russi si stanno spostando ora a pianificare la produzione di altri tipi di beni. Tra le risate di quelli che ridevano anche prima della guerra, pensando di vincere facile, il governo russo ha annunciato la produzione persino di console da gioco (a la Playstation) dopo che il settore ha subito il colpo delle sanzioni nonostante ci fossero Studios molto interessanti che producevano videogame per le console occidentali.

Presto la Russia avvierà anche la produzione di microchip in modo completamente autoctono, basandosi anche sull’incredibile successo che questo settore ha riscontrato in Cina e sulle sue enormi risorse naturali.

Non è stato l’incremento delle spese militari a cambiare le prospettive economiche della Russia, come i capitalisti occidentali vogliono far credere per vendere la guerra, ma il fatto che Mosca sia stata costretta a passare alla pianificazione economica per fronteggiare le difficoltà imposte dalla guerra economica che l’Occidente le ha scatenato contro.

Un passaggio che, come si può vedere, era già stato organizzato ed attendeva solo di essere completato.

La nomina di un economista a Ministro della Difesa indica chiaramente che i russi si attendono di combattere guerre ben più vaste di quella attuale, guerra che probabilmente si salderà a quella contro la Cina che la NATO ha previsto per il 2025, e vogliono integrare la produzione di armi con le normali attività economiche, cioè pianificare l’intera economia russa.

Del resto era stato qualche giorno fa Putin stesso ad annunciare che erano in corso “cambiamenti epocali” e che tutto lo Stato russo avrebbe dovuto partecipare. Quello che Putin ha annunciato qualche giorno fa, sebbene il processo sia in corso da almeno due anni, è esattamente il passaggio all’economia pianificata.

“Vorrei che faceste attenzione a quanto dico. Capiamo tutti – e tutti devono averne contezza – quali siano i tempi in cui viviamo e quale sia la situazione storica attuale che la Russia sta affrontando. Se lo comprendiamo allora tutti noi dobbiamo lavorare come se fossimo al fronte, tutti noi dobbiamo sentirci mobilizzati e solo in questo modo potremo raggiungere i nostri obbiettivi.”

Intanto, nel mondo civilizzato, la borghesia occidentale tenta di vendere la guerra come il nuovo mezzo per la crescita economica. Ancora una volta. Come fa da centinaia di anni.

Ed inizia con le “sponsorizzazioni”, con la propaganda del “più lavoro per tutti” etc etc.

Tenetevi lontano dalla guerra. E’ un brutto affare.

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