Tutti fanno gli indifferenti dopo che il più grande attacco con droni marini è fallito miseramente a Sebastopoli

Tutti fanno gli indifferenti dopo che il più grande attacco con droni marini è fallito miseramente a Sebastopoli

Occidente ed Ucraina fanno ora gli indifferenti e si rimpallano le responsabilità. L’Ucraina ha dichiarato subito di non sapere nulla dell’attacco con droni marini, il più grande e coordinato mai tentato, che è fallito miseramente in Crimea, a Sebastopoli. Gli USA hanno fatto sapere di essere arrabbiati con Zelensky perché secondo loro non ne sapevano niente, facendo intendere che non sono stati loro. I britannici, accusati formalmente dalla Russia, fanno finta di niente.

Succede perché l’attacco è fallito miseramente. Nonostante si sia fatta circolare la bugia di 1, 2, 3 o addirittura 4 navi russe affondate, le foto satellitari pubbliche hanno confermato che sono solo sciocchezze. Del resto, gli ucraini avevano dovuto diffondere immagini in cui si vedevano i droni venire abbattuti senza avere colpito niente, 4 fuori dalla baia e 3 al suo interno. Anche molte foto diffuse delle colonne di fumo che si alzerebbero dal porto sono chiaramente ritoccate e false. Insomma, un fallimento totale che ora informalmente gli ucraini addebitano ad un… marinaio russo. La versione informale che circola sui social per giustificare il fallimento dell’attacco sarebbe quella che un marinaio russo che era uscito per fare pipì avrebbe notato per prima di droni e dato l’allarme. Ormai siamo all’avanspettacolo.

La Russia ha ricostruito facilmente l’accaduto. I droni hanno sfruttato il piccolo corridoio largo due chilometri che viene usato per il trasferimento delle navi cariche di grano. Alcuni droni sono stati persino sganciati dalle navi stesse. Dopo aver recuperato le loro carcasse ha ricavato i dati dal sistema di navigazione sviluppato in Canada a verificato il percorso esatto che avevano seguito. Impossibile a quel punto non ritirarsi dall’accordo sul grano dopo che Mosca per mesi aveva fatto finta di non vedere le migliaia di tonnellate di armamenti che venivano trasferire in Ucraina usando quelle navi.

Per mesi la Russia ha fatto finta di non sapere che le navi partivano cariche di grano e tornavano con le armi. Gli occidentali caricavano una piccola parte del carico totale, circa il 10% o a volte il 20%, per non far notare attraverso il pescaggio delle navi come non fossero vuote. Le navi arrivavano ad Odessa e venivano scaricate di notte. A volte il carico era troppo pesante e venivano persino ridipinte in Europa le linee di galleggiamento per tentare di ingannare i russi che sapevano già tutto.

La cosa che molti non hanno notato è che la sospensione dell’accordo sul grano significa che Mosca non è più obbligata a non attaccare Odessa, che diventerà presto il centro di una delle ultime battaglie in Ucraina. Con la liberazione di Odessa il mare di Azov diventerà un mare interno alla Federazione Russa.

Ora sia l’Ucraina che la NATO piangono per i poveri africani che la sospensione dell’accordo sul grano metterebbe in pericolo ma la verità è che si chiude il canale principale di rifornimento di armi al Sud e, ovviamente, il canale principale con cui l’Occidente si approvvigionava di grano ucraino che l’Africa non la vedeva nemmeno con il cannocchiale. E’ il segreto di Pulcinella che solo il 3-5% max del grano ucraino finisca davvero nei paesi africani che ne avrebbero bisogno. Il 30% va in Turchia, che lo rivende in Occidente. Quasi tutto il resto va a finire direttamente in Europa ed in particolare ad Italia e Spagna, così come Cina e persino Corea del Sud e Israele. Sono quindi Italia e Spagna i due paesi più danneggiati dalla sospensione dell’accordo. Viene quasi il dubbio che gli anglosassoni l’abbiano fatto di proposito per continuare ad indebolire l’Europa…

A chi viene distribuito il grano ucraino

Per smontare la bugia del grano che non raggiungerebbe l’Africa la Russia si è detta pronta a fornire 500mila tonnellate di grano ai paesi africani senza alcun costo. Cioè gratis.

Dall’attacco fallito a Sebastopoli possiamo quindi trarre alcune conclusioni ed in particolare che il meglio della tecnologia NATO usato nell’attacco con droni marini più complesso e sofisticato mai effettuato abbia dovuto abusare di un corridoio umanitario e sia stato un insuccesso clamoroso per la NATO. Nessuna wunderwaffen NATO sta riuscendo non solo a spostare il bilanciamento di una guerra che la Russia combatte con una mano legata dietro la schiena ma nemmeno a indurre danni seri all’organizzazione russa. Un’ora dopo il grande attacco la vita nella baia di Sebastopoli era normale e i traghetti riprendevano a girare. La NATO sta quindi dilapidando tutta la sua deterrenza presunta dimostrando di non avere tecnologie sufficientemente avanzate per impensierire i russi. Nel mondo stanno prendendo nota.

La NATO è ormai ridotta ad attacchi da copertina, azioni che non hanno alcun impatto pratico sul corso del conflitto ma che possano servire per essere presentati come grandi successi di immagine. E’ abbastanza impressionante che l’Organizzazione Atlantica stia ormai accettando di perdere la guerra e cerchi solo di prolungarla instillando con queste azioni la sensazione che le attività belliche siano un successo e che la vittoria sia vicina.

L’attacco è andato così male che tutto quello che gli ucraini sono riusciti a distribuire sono stati video dei loro droni che non colpiscono niente e qualche video da molto lontano che mostra le esplosioni che sono poi i droni stessi distrutti dai russi

Nel porto di Sebastopoli lo stesso giorno, più tardi, i satelliti commerciali non hanno rilevato navi affondate o in fiamme.

La seconda valutazione riguarda l’accusa diretta ai britannici di avere progettato ed eseguito non solo il fallito attacco a Sebastopoli ma anche il sabotaggio di Nord Stream 1 e 2. Sono accuse gravi che la Russia porterà, insieme con le prove di quanto dice, all’ONU ed è inusuale che Mosca faccia nomi e cognomi completi dei mandati. Se lo fa significa che considera ormai inevitabile il confronto militare con il Regno Unito e le accuse dirette sono un gradino sotto la dichiarazione di guerra.

Il Regno Unito è quindi vicino ad una guerra diretta con la Russia? Più si che no e la spiegazione è semplice: la Gran Bretagna è un morto che cammina. Con una inflazione da paura, costi energetici che portano più della metà dei lavoratori a non riuscire a pagarli, una voragine nei conti pubblici causata dal supporto incondizionato dall’Ucraina e dalla follia del covid19, il nuovo governo ha già annunciato che ricorrerà ad un massiccio innalzamento delle tasse.

Certamente questo non aiuterà a mitigare i problemi. Al Regno Unito, come a tutto l’Occidente, non resta che entrare in guerra.

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