Nel bel mezzo di una crisi energetica l’OPEC taglia la produzione e dichiara la propria indipendenza. Occidente alla canna del gas

Dopo settimane di pressing asfissiante da parte di Stati Uniti e Unione Europea a Settembre l’OPEC+ aveva accettato di aumentare la produzione di circa 600mila barili al giorno. Una concessione minore per un Biden che stava cercando in tutti i modi di ridurre il costo del greggio anche e soprattutto per non essere costretto ad usare le riserve strategiche. Non solo quella misura non è riuscita a ridurre l’uso delle riserve strategiche, al minimo da quasi 50 anni, ma ora Russia e Arabia Saudita hanno annunciato l’intenzione dell’OPEC+ di ridurre la produzione di circa 2milioni di barili al giorno.

Nel bel mezzo di una crisi energetica i produttori di petrolio stanno quindi puntando ad un altro rialzo dei prezzi ed in particolare si allineano con la Russia chiudendo la porta all’Occidente che ha disperatamente bisogno di energia a buon mercato.

E se non fosse chiaro l’attacco dell’OPEC+ all’Occidente e quindi la presa di posizione esplicita a favore di Russia e Cina, sono arrivate anche le dichiarazioni secondo cui “l’Occidente rappresenta solo l’11% della popolazione mondiale. Gli stati dell’OPEC+ sono stati indipendenti e perseguiranno solo i propri interessi, non quelli dell’Occidente”.

Una dichiarazione piuttosto chiara che affonda le speranze della NATO di ottenere in qualche modo una riduzione dei costi dell’energia e, quindi, dare sollievo alle loro economie morenti.

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