USA e Polonia: la guerra e quel piccolo problema chiamato “popolazione”

Non è più un mistero per nessuno che, tra tutti i paesi in orbita NATO, la Polonia e gli Stati Uniti siano quelli che più desiderano non solo prolungare il conflitto ucraino ma persino parteciparvi per evitare a tutti i costi, e costi quel che costi, che la Russia ne possa uscire vincitrice. La Polonia è ormai vicinissima all’ingresso in guerra e sta osservando da molto vicino il risultato della cosiddetta controffensiva ucraina, pronta ad approfittare delle difficoltà di Kiev per occupare i territori dell’Ucraina occidentale che secondo Varsavia le spettano di diritto. Idealmente, la Polonia vorrebbe portare con sé – in veste di vassalli – anche gli altri paesi baltici.

Negli Stati Uniti la situazione peggiora di giorno in giorno. Non solo perché gli USA stanno drammaticamente perdendo la guerra contro Mosca ma anche perché, mentre lo fanno, a precipitare sono anche i consensi di Biden, ormai ai minimi termini, e con Trump che incombe. Tutti gli analisti USA sono ormai concordi nel dire che a Biden, anzi più che a Biden a tutto l’entourage Democratico e persino a parte di quello Repubblicano, non resta che usare la guerra diretta per avere qualche chance di rielezione. I bene informati dicono che tutti i presidenti, ma proprio tutti, che si siano trovati nella situazione e con i consensi in picchiata come li ha Biden hanno finito per avviare una guerra. Tutti, nessuno escluso, sin dal 1783.

Biden non farà quindi eccezione anche perché Trump sta mangiandosi i rivali repubblicani, con voci che vogliono ormai forse imminente la rinuncia di tutti i candidati repubblicani avversi a Trump che avrebbe 42 punti di vantaggio sul secondo classificato, il governo della Florida Ron De Santis.

La NATO ha deciso anche perché i russi stanno devastando le loro armi, i loro mezzi ed i loro uomini ed è solo perché Putin spera ancora di potersi mettere in qualche modo d’accordo che Mosca non sta già marciando per le strade di Kiev. Il presidente russo spera ancora che da qualche parte prevalga la ragione e che in qualche modo si alzi qualcuno che dica: ok, trattiamo.

Se i due paesi vogliono marciare verso la guerra, esiste un problema non secondario: il conflitto non è affatto popolare tra la popolazione che anzi a larga o larghissima maggioranza non vuole entrare in una guerra che tutti sanno che sarà lunga e sanguinaria. In Polonia il Partito della Guerra tra la popolazione non esiste. Ogni consultazione ed ogni sondaggio hanno dato risultati inequivocabili: la percentuale di coloro che sarebbero d’accordo con l’ingresso diretto nel conflitto è praticamente zero.

Non molto diversa la situazione negli USA nei quali la percentuale delle persone favorevoli ad un conflitto diretto ed all’ingresso in guerra sta crollando e comincia ad essere significativamente superiore a chi vuole invece muovere guerra contro Mosca e il partito di chi è contrario alla guerra annovera anche l’ex-Presidente, e potenzialmente anche futuro presidente, Donald Trump che si è espresso in modo molto diretto contro il conflitto. Addirittura qualche giorno fa l’ex-falco repubblicano Bolton, licenziato ad un certo punto dallo stesso Trump, ha affermato che secondo lui se Trump diventasse presidente, uscirebbe dalla NATO.

Non sarà quindi facile per le élite dei due paesi portare i rispettivi eserciti in guerra e per Biden si apre anche lo spettro di un terzo partito che potrebbe complicare anche un eventuale appello a non votare per “la Destra trumpiana”, sul modello di quello che è successo in Francia.

In Poll, 47% of Voters Would Consider Third-Party Candidate for President – Bloomberg
Almost half of US voters — 47% — say they would consider voting for a third-party candidate for president next year, signaling a dissatisfaction with a potential rematch between President Joe Biden and former President Donald Trump.
www.bloomberg.com

Secondo un sondaggio di Bloomberg, infatti, quasi la metà (il 47%) degli elettori statunitensi non sono pregiudizialmente contrari all’idea di votare per un candidato di un terzo partito alle presidenziali del prossimo anno. Se la possibilità che un candidato indipendente possa vincere e diventare presidente, ad es. quel Cornel West che sta riscuotendo ampi consensi, tradizionalmente la presenza di un candidato indipendente forte è vista come una situazione che danneggia – togliendogli voti – il campo democratico e quindi Biden.

Che, anche in considerazione di questo, potrebbe essere più incline a scegliere la guerra.

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