Dicevano che non era un pericolo per le democrazie: il covid19 tra ministri senza dati e censura della verità

Dicevano che non era un pericolo per le democrazie: il covid19 tra ministri senza dati e censura della verità

Quelli che la sapevano lunga ci spiegavano che non c’era alcun pericolo democratico. Lo hanno ripetuto a media unificati e facevano ripetere ai loro accoliti la stessa cosa. “Pericolo democratico? Macchè!” sorridevano. I loro influencer avevano detto che non era così ma la realtà si rivela ben diversa. Sono ormai note le chat tra l’ex-Ministro Speranza e l’Istituto Superiore di Sanità nelle quale il Ministro dettava le “evidenze scientifiche” che dovessero risultare dai report dell’ISS, con Brusaferro che si preoccupa di nascondere i dati che non aiutavano le volontà del Ministro ed insieme si mettevano d’accordo su come aggirare il parere del CTS che era stato nominato per dare le indicazioni alla Politica e che invece non collaborava, diciamo così. Cioè non voleva avallare le “prove” di Speranza per fargli ottenere quello che voleva.

In modo non diverso nel Regno Unito il Sottosegretario alla Salute Hancock brigava per spaventare le persone e chiedeva quando “facciamo comparire la nuova variante” per spaventarle ancora di più ed ottenere quello che voleva a livello politico. Poco importa se quello che diceva fosse vero.

La Scienza, quindi, andava bene finché confermava le decisioni politiche e, se non lo faceva, poteva essere nascosta tanto quanto e fino a quando la Politica non avesse ottenuto quello che voleva. Se i dati non coincidevano con i desiderata, come faceva Brusaferro, semplicemente si dovevano nascondere. E no lo faceva solo l’ISS italiano se è vero che proprio in questi giorni diversi ministri britannici stanno portando alla luce lo scandalo dei dati che sono stati nascosti persino a loro.

Quelli che dicevano che non c’era alcun pericolo democratico potrebbero spiegare come un gruppo di persone che decidono di mentire apertamente non solo al Parlamento ma persino ai loro colleghi di governo pur di ottenere il risultato politico che vogliono, come questo si inquadri nell’ordinamento democratico. Ancora peggio quello che emerge dai file di Twitter. Non solo la commistione di aziende private per censurare non solo normali cittadini ma persino autorità nel loro settore quando le loro opinioni, persino professionali, fossero sgradite ma addirittura un accordo per censurare la verità se questa fosse stata non confacente agli obbiettivi politici del governo, sempre sotto l’alone del contrasto alla “disinformazione”.

Nelle policy interne di Twitter era scritto che dovevano essere censurate

“informazioni vere che potrebbero promuovere l’esitazione alla vaccinazione: post virali di individui che esprimono esitazione alla vaccinazione o storie di effetti collaterali. Questo contenuto chiaramente non è disinformazione ma può essere ‘cattiva informazione’ (esagerata o fuorviante). Includiamo in questa categoria spesso anche post veri che potrebbero causare l’esitazione alla vaccinazione, come storie di paesi che bandiscono certi vaccini”

Insomma, sotto l’alone della disinformazione doveva essere bandito anche il contenuto vero e verificato che però non piacesse e non collimasse con gli obbiettivi politici del governo centrale. Come si inquadra questo comportamento, che come vediamo viene ripetuto in molti paesi e non è una eccezione ma la norma, con la democrazia di cui tanto si blatera?

Che tutta la follia del covid19 fosse basata solo su obbiettivi politici è testimoniata proprio dalla paura che hanno i loro protagonisti nell’essere sottoposti ad un giudizio formale, nel quale non possono portare a loro difesa sensazioni, impressioni, dicerie o semplici rumor ma devono portare fatti basati su dati. Che tutti pensavano che questa gente avesse prima di spacciare per verità le loro idee ma che invece non avevano. Sono preoccupati nel Regno Unito, dove l’ex-Ministro Hancock protesta perché vuole l’immunità legale per le sue scelte ad esempio sui trattamenti nelle case di riposo, nelle quali sono morte migliaia di anziani:

Hancock aveva i dati per decidere le politiche ed i trattamenti da usare in quei contesti? Forse no, visto che ora – preoccupato – reclama l’immunità.

Così come iniziano ad essere nervosi gli influencer nostrani, preoccupati anche loro forse di non avere dati a conferma delle loro posizioni vomitate a media unificati.

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