Lavrov conferma: “stiamo lavorando per l’unità dei palestinesi”. Proprio quello che Israele teme e non vuole (video)

All’Antalya Diplomacy Forum il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha confermato che la Russia sta attivamente lavorando per il ripristino dell’unità delle fazioni palestinesi:

“[…] Diciamo che quello che stiamo facendo è ripristinare l’unità dei palestinesi. Le divisioni tra i palestinesi, tra Fatah ed Hamas, tra la Cisgiordania e Gaza, in primo luogo indebolisce la loro posizione e li distrae da una conversazione organizzata con il mondo esterno.

In secondo luogo, quante volte i nostri colleghi israeliani hanno detto, quando noi e gli americani abbiamo chiesto che riprendessero i negoziati diretti con i palestinesi, ‘ma con chi dovremmo parlare? Abu Mazen controlla solo la Cisgiordania.’. La sua amministrazione non si estende a Gaza. Non abbiamo interlocutori. Quindi noi abbiamo tentato per anni, sia 5 anni fa che prima, di riunire i palestinesi a dire ‘signori, l’unica cosa in questa crisi che dipende da voi è il ripristino dell’unità dei palestinesi’ ma loro non riuscivano nemmeno ad ipotizzare la cosa in un comunicato.

Ebbene, nel comunicato che è stato diffuso ieri a Mosca dopo l’incontro delle fazioni palestinesi per la prima volta hanno scritto della loro volontà di rispettare la piattaforma dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), Se non rimanesse uno slogan è un bel passo avanti verso una vera unità e la possibilità di parlare in modo unitario con il mondo.”

Queste parole sono veleno per Israele il cui obbiettivo principale è sempre stato quello di mettere le fazioni palestinesi una contro l’altra e suddividere appunto la gestione delle aree palestinesi in modo da poterle colpire singolarmente e isolarle. Questo il motivo per cui, come largamente noto, Israele ha favorito e finanziato la creazione di Hamas per minare il controllo che Fatah aveva sui palestinesi e fomentare la divisione.

Per Israele sentire che la Russia sta lavorando per l’unità dei palestinesi, cosa già largamente fatta nelle carceri israeliane e resa evidente dalla figura di Marwan Barghouti, equivale ad una dichiarazione di guerra perché avvicina la rivendicazione di uno stato palestinese indipendente.

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