Macron stana tutta la NATO, vicina all’intervento. In Russia cresce il partito dell’attacco preventivo

Macron stana tutta la NATO, vicina all’intervento. In Russia cresce il partito dell’attacco preventivo

Quando Emmanuel Macron ha dichiarato che la NATO doveva prepararsi ad inviare le truppe in Ucraina si è levato un coro di smentite da parte dell’Alleanza e molti hanno accusato il presidente francese di avventurismo, dimenticando che in tutta la NATO Macron è stato sempre l’unico che non ha mai chiesto la famigerata “sconfitta strategica” della Russia e in realtà nemmeno nessuna sconfitta. Fanno finta di non ricordarlo soprattutto i diversi paesi che invece a voce alta invocavano la sconfitta di Mosca “sul campo” e ripetevano il mantra del “whatever it takes” in senso militare.

Quello che Macron ha fatto è stato essenzialmente dire a voce alta la parte che veniva detta a voce bassa, rompere la liturgia degli indugi e della doppiezza nella quale la NATO si nasconde, convinta di poter prendere in giro non solo i russi ma l’intero pianeta. Non lo fa per caso e non lo fa in un momento qualsiasi. Pochi giorni fa la Russia ha completamente annientato un contingente di oltre 40 soldati francesi prima e poi ha ucciso degli specialisti di Parigi, che la stampa francese ha definito poi “operatori umanitari”, considerati tra i militari più esperti ed arrivati in Ucraina per organizzare i militari locali. Mosca ha eliminato alcuni tra i militari più importanti che Parigi aveva ed è stato un preciso segnale a Macron: noi vi vediamo, sappiamo cosa state facendo e non avremo alcun problema a colpirvi.

Macron ha deciso allora che era il momento di uscire dall’equivoco, sublimato anche dai famosi “accordi bilaterali” che la NATO ha fatto siglare ai diversi paesi per poter evitare formalmente di entrare nel conflitto pur cercando di inviare i soldati in Ucraina. Un trucchetto patetico ad uso, onestamente, non si sa di chi, probabilmente solo dell’opinione pubblica occidentale. L’idea è quella di poter inviare soldati della NATO come parte di questi accordi bilaterali al contempo affermando che questi soldati non siano lì come parte di una operazione dell’Alleanza e potendo così evitare di intervenire formalmente quando saranno, come del resto è successo ai soldati francesi, attaccati dai russi. Questo processo confuso fa parte dell’escalation che la NATO non può fermare e che porta direttamente al confronto diretto tra l’Alleanza e la Russia, e forse non solo lei. Non più tardi di qualche giorno fa è stato lo stesso Ministro della Difesa USA a dire che se l’Ucraina perdesse la guerra questo porterebbe ad un confronto diretto tra la Russia e la NATO.

L’intento di Macron è stato quello di stanare tutta l’Alleanza, costringendola a smentire in pubblico quello che viene detto apertamente in privato e cioè che la NATO deve prepararsi ad entrare nella guerra in Ucraina. Ancora oggi, accusando i suoi alleati di “codardia”, Macron ha sostanzialmente dichiarato che se l’Alleanza vuole – come sta facendo – avviare un percorso che porti alla guerra, lo dica apertamente soprattutto ai suoi cittadini, senza nascondersi dietro a giochi delle tre carte. Di fatto, Macron ha costretto tutti a smentire la volontà di combattere in Ucraina e, soprattutto, smentire ciò che in realtà stanno davvero facendo.

Ma che la NATO ormai non abbia alternativa non lo scopriamo oggi. L’Ucraina è ormai prossima al collasso, con la popolazione ormai ampiamente in rivolta e i russi che avanzano in tutti i settori. Se non hanno ancora liberato anche Kiev è solo perché la Russia spera ancora che il buon senso prevalga e che l’Occidente preferisca un accordo alla guerra totale. Ma le speranza sono nulle, come del resto ha evidenziato il recente scandalo della pubblicazione delle riunioni dei generali tedeschi che progettavano – loro, non gli ucraini – come colpire non solo la Crimea ma la Russia continentale con i loro missili Taurus, di fatto confermando che la NATO non sta progettando di difendere l’Ucraina ma di attaccare – loro, non gli ucraini – la Russia e portare la guerra sul suolo russo.

Il ragionamento di Macron è semplice: la guerra è inevitabile, sembra, perché stiamo ancora pensando di imbrogliare i russi e soprattutto i nostri cittadini con piccoli trucchetti da baraccone? Abbiate il coraggio di dire ai vostri cittadini che state progettando di entrare in guerra contro la Russia ed assumetevene la responsabilità. Verifichiamo cosa succederà quando si dirà apertamente che bisogna entrare in guerra anche perché, pensa Macron, se anche noi faremo finta di non essere in guerra la Russia non ci verrà incontro e ce la porterà lo stesso la guerra in casa.

Macron sta quindi anticipando la discussione per esorcizzarla in un momento in cui la NATO è chiaramente non pronta e per portare questa discussione alla luce del sole con l’intento di causare una reazione dell’opinione pubblica quando verrà messa davanti alla realtà che adesso le sue elite le stanno nascondendo. La NATO non sta progettando di resistere, sta progettando di attaccare e di entrare in guerra.

I russi nel frattempo sono ormai convinti che non ci sia più la possibilità di evitare una guerra diretta. L’Occidente ha completamente ignorato la catastrofe dell’esercito ucraino che ormai conta quasi due milioni di vittime, tra cui probabilmente più di 500mila morti e quasi un milione di persone invalide. Le élite occidentali, ma anche i suoi cittadini, non hanno battuto ciglio davanti a questa tragedia, la considerano naturale, anzi – come hanno riportato alcuni elementi della NATO – la considerano “un affare”.

Mosca ha già comunicato ufficialmente che non intende rinegoziare più lo status dei territori liberati e solo ieri l’ex-presidente russo Medvedev ha tenuto una presentazione a Sochi durante la quale ha parlato davanti ad una enorme cartina della Russia e dell’Ucraina nella quale venivano evidenziati i territori che la Russia vuole liberare. C’è Kharkiv, c’è Odessa e ci sono praticamente tutti i territori dell’Ucraina dell’Est con l’eccezione di Kiev, così come tutta l’Ucraina dell’Ovest (inclusa Leopoli) è stata considerata “Polonia” ed i territori storicamente vicini alla Romania sono stati associati alla stessa Bucarest. Sembra una smargiassata (e lo è!) ma è anche un messaggio chiaro all’Occidente: chiudiamola così. Si prenda atto che l’Ucraina si è disintegrata, che una parte consistente della sua popolazione voglia tornare nella Federazione Russa ma evitiamo una guerra sanguinosa. Alla Polonia, territorio NATO, viene assegnato l’Ovest ed alla Romania, sempre territorio NATO, altre due aree e cioè quelle di Chernivtsi e Vinnytsia. E’ un compromesso che la Russia propone all’Alleanza Atlantica per impedire la guerra: i territori storicamente russi ed a maggioranza russa, tornino nella Federazione ma la possibilità per la NATO si spostare persino più ad Est altri contingenti, in modo ufficiale, in modo da poter millantare una qualche vittoria da presentare alle sue élite.

La Russia però non crede che la NATO ormai possa accettare qualsiasi alternativa che non sia la guerra. Ci sono diverse ragioni ma le più importanti sono la necessità di difendere il mito della sua invincibilità, senza il quale andrà in pezzi, e un gigantesco problema economico che colpisce soprattutto l’Europa. Stando così le cose, e cioè con un accordo di qualche tipo, l’Europa non potrebbe più accedere alle immense risorse di materie prime russe a buon mercato. Quel canale per l’Europa è chiuso per anni e questo la condannerebbe ad una gigantesca crisi economica per decenni. E’ questa la vera trappola che gli Stati Uniti hanno preparato per l’Europa, che ci è caduta con tutti e due i piedi. Se l’Europa non otterrà quella famigerata “vittoria strategica”, potendo così riaprire il flusso di materie prime, la situazione peggiorerà notevolmente e minaccerà la stabilità persino delle società europee. Per questo ormai la NATO ha deciso che non può fermarsi.

Si sta quindi formando in Russia l’idea che la NATO vada intimorita per evitare che arrivi a decidere di entrare in guerra. Si ricordi a questo proposito che la dottrina militare russa prevede sempre di evitare la guerra, anche a costo di averne dei danni a breve termine (si veda, a questo proposito, l’avanzamento possibile della NATO nei territori occidentali dell’ex-Ucraina di cui si parlava prima) ma se la guerra viene considerata inevitabile, la Russia colpirà sempre per prima.

Elena Panina, direttrice dell’Istituto di Studi Strategici Internazionali, dopo averlo ripetuto diverse volte in questi mesi, ha scritto ben due volte ieri che la Russia deve lanciare un limitato attacco preventivo contro la NATO per impedirle di decidere per la guerra totale. “Tutto lascia presagire che sia meglio sfatare il mito dell’indecisione della Russia ora, e non più avanti, quando questo richiederebbe un attacco nucleare. Un passo concreto vale mille parole”, scrive la Panina che in sostanza dice che se la NATO non verrà scoraggiata ora, per farlo servirà poi una risposta nucleare.

Le mosse dell’Alleanza e dei suoi paesi sono infatti chiarissime. Non solo il riarmo ma soprattutto la ricostruzione degli eserciti che serviranno nella guerra contro la Russia. A questo proposito, per esempio, sempre in Germania il Ministro della Difesa tedesco Pistorius (scrive la Bild) sta per lanciare un nuovo servizio militare obbligatorio che verrà annunciato entro il 1° di Aprile e diverrà operativo prima delle elezioni federali dell’Autunno 2025. Obbiettivo: reperire almeno 3-4.000 reclute all’anno per rimpolpare l’esercito. E prepararsi alla guerra.

I russi non faranno annunci. Il loro annuncio sarà un attacco ad uno dei centri NATO e non hanno alcun problema a sembrare i cattivi che hanno attaccato per prima, come si è visto in Ucraina, se questo impedirà una guerra distruttiva e sanguinosa.

I cittadini ed i lavoratori occidentali continuano ad ignorare questa realtà.

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