Israele sta perdendo la guerra e tenta di dividere i palestinesi senza risultato. 12 famiglie palestinesi rifiutano di aiutarla

Israele sta perdendo la guerra e tenta di dividere i palestinesi senza risultato. 12 famiglie palestinesi rifiutano di aiutarla

La tragedia di Israele è quella di poter combattere come nessuno ha mai potuto fare in questo secolo eccezion fatta per il Terzo Reich, senza regole e senza morale, protetta da complici che fanno finta di non vedere come abbia violato tutto quello che poteva essere violato a livello di regole internazionali. Nonostante tutto questo, Israele sta perdendo la guerra.

La minaccia dell’operazione a Rafah doveva spaventare non solo le milizie palestinesi ma il mondo intero, con la comunità internazionale che doveva costringere i palestinesi a trattare. Sono passate settimane, è arrivato il Ramadan e le fazioni palestinesi non hanno accettato alcun compromesso mentre l’esercito israeliano viene decimato.

Appare chiaro che la guerra diretta contro i palestinesi è ormai fallita. L’arma militare non funziona perché le milizie sono troppo organizzate e nessuno dei civili palestinesi collabora con la NATO ed i suoi sgherri israeliani. A riprova di questo e del fatto di come abbia capito che non può battere a livello militare i palestinesi, Israele ha fatto un nuovo tentativo per cercare di separarli, farli combattere fra di loro ed indebolirli, forte dell’aiuto che l’Autorità Palestinese sta fornendo alle forze di occupazione.

Tel Aviv ha avvicinato ben 12 famiglie palestinesi, 12 clan se vogliamo definirli così in quanto organizzazioni di tipo familiare. La promessa era quella di rifornirle di armi con la scusa della protezione degli aiuti da distribuire ai civili ma con l’obbiettivo di iniziare una guerra interna contro le milizie. Israele ha promesso di fornire loro armi di ogni tipo e soldi, e di creare sostanzialmente una nuova organizzazione palestinese a cui trasferire il controllo di Gaza, approfittando della possibilità di controllare anche gli aiuti umanitari per accreditarsi verso al popolazione.

Nessuna delle famiglie avvicinate ha accettato, a conferma di quanto uniti siano i palestinesi nella Striscia di Gaza. Il rifiuto dei palestinesi è significativo e lascia ora Israele con il problema di gestire la parte degli “aiuti” che tenterà di usare non solo per ingraziarsi la popolazione ma anche per attirarla fuori da Rafah, un passaggio che vuole chiudere. La distribuzione degli aiuti nel nuovo porto “temporaneo” di Gaza verrà quindi gestita da mercenari o dagli Stati Uniti che però non vorrebbero essere riconoscibili ed evitare che si possa dire che hanno occupato Gaza. Per questa ragione la possibilità che il nuovo porto venga gestito da mercenari NATO si fa sempre più probabile. Netanyhau spera inoltre, come ha lui stesso affermato, di poter usare il porto per imbarcare i palestinesi su navi che li portino al di fuori di Gaza, riuscendo nel suo intento di ripulire etnicamente la Striscia.

Intanto dopo mesi di doppiezza finalmente l’Autorità Palestinese ha deciso di venire allo scoperto e mostrare il suo vero volto. L’organizzazione del Presidente Abbas ha iniziato a collaborare direttamente con l’occupante iniziando una guerra contro le milizie palestinesi. Oltre ad un confronto diretto, la AP ha iniziato ad arrestare non solo i militanti palestinesi ma anche figure ben viste ed importanti della Cisgiordania che non la supportano. Nel video che segue, per esempio, il dr. Abdulaziz Abu Znaid viene rapito all’interno della sua farmacia dai bravi della AP.

L’Autorità Palestinese ha gettato la maschera e si è messa a disposizione per aiutare Israele contro le milizie che rappresentano oggi tutti i palestinesi. Dopo aver dichiarato Hamas “agenti di potenze straniere”, ha accusato le milizie di causare il genocidio della popolazione palestinese ed ha nominato un nuovo governo presieduto da Mohammad Mustafa. La fazioni hanno risposto chiedendo direttamente che i palestinesi della Cisgiordania si rivoltino contro la PA ed ha definito le nuove iniziative della AP “prive di sostanza” perché “prive del consenso unitario”.

La Cisgiordania è sull’orlo della rivolta e se questo non è ancora avvenuto è solo perché Israele sta perdendo la guerra diretta contro le milizie a Gaza. La Cisgiordania avrà un ruolo ma farà la sua parte quando sarà necessario ed insieme con gli altri alleati (Libano, Siria, forse l’Iran persino). Per adesso, non c’è necessità e quindi ribolle ma non entra direttamente in questa guerra.

Nel frattempo le milizie palestinesi stanno organizzando proprio in Cisgiordania non solo la risposta verso l’Autorità Palestinese di Abbas ma anche verso Israele.

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