L’Occidente manda i carri armati ma non li vuole al fronte. La Russia rifiuta l’offerta degli USA: arriverà a Kiev

Dopo aver discusso per settimane dei carri armati occidentali che dovevano essere forniti all’Ucraina e cambiare le sorti della guerra, nonostante la Russia abbia migliaia di carri armati e la NATO si apprestasse a mandarne poche decine, da Washington a Londra stanno tutti facendo marcia indietro. Hanno iniziato gli USA che, dopo aver ottenuto il si tedesco alla fornitura dei Leopard 2, ha comunicato a tutti che i suoi carri armati non sarebbero arrivati in Ucraina prima della fine del 2023, cioè fra un anno. Washington è infatti terrorizzata che i suoi carri possano essere catturati dai russi e ne costruirà delle versioni ridotte specificatamente disegnate per rimuovere le parti più importanti, come la corazza all’uranio impoverito.

Ha rilanciato anche Londra che fornirà qualcuno dei suoi Challenger ma ha messo un paletto importante: non dovranno essere usati al fronte, cioè dove si combatte, ma solo nella parte Ovest del paese, dalle parti di Kiev, a difesa della capitale. Stessa richiesta sarebbe poi stata inoltrata anche dall’Amministrazione Biden: anche i suoi carri armati non potranno andare a combattere dove servirebbero, devono rimanere riparati ed al sicuro nella zona di Kiev. Si lascia al lettore la possibilità di cogliere l’ironia di forniture di armi terribili che però non potranno essere usate al fronte ma solo parcheggiate per fare scena. Londra e Washington sono infatti preoccupate dal fatto che l’esercito russo possa catturare i suoi carri armati e studiarli, specie dopo che hanno iniziato ad arrivare le offerte delle aziende russe che hanno promesso tra i 70mila ed i 300mila dollari per ogni carro armato occidentale distrutto o catturato.

La paura dell’Occidente deriva dal fatto che la Russia stia iniziando a muovere armi più moderne e complesse nel teatro di guerra, segnalando che, pur avendo riportato importanti successi, non ha ormai più nessun motivo di fermarsi prima di avere ottenuto la demilitarizzazione completa dell’Ucraina.

La Russia ha annunciato per esempio che ben 4 droni Marker sono stati inviati nella zona dell’Operazione Speciale.

I droni Marker sono robot autonomi in grado di attaccare obbiettivi multipli e soprattutto i carri armati senza esporre i soldati ai loro possibili colpi, proteggendo così gli uomini. I Marker si muovo autonomamente sul terreno e riconoscono automaticamente i carri armati nemici in base a decine di parametri. Una volta riconosciuto il veicolo, il drone sa quale punto deve colpire per infliggere il danno maggiore e può colpire il carro armato nemico da più di 6km di distanza, al di fuori quindi della portata del veicolo attaccato. Un carro armato USA Abrams M1, per esempio, ha una gittata di circa 3km e non può quindi colpire il drone.

Direttamente dal cassetto delle armi dell’Unione Sovietica arriverà poi in Ucraina anche uno dei treni corazzati russi e sovietici.

Il treno corazzato verrà usato per operazioni di ricognizione e per la distruzione di obbiettivi di terra e in cielo.

In questo contesto di sconforto generale dell’Occidente gli Stati Uniti avevano fatto recapitare alla Russia la classica offerta che non si può rifiutare.

Attraverso le colonne del Washington Post il Segretario di Stato Blinken aveva diffuso la prima offerta USA alla Russia che conteneva i seguenti punti:

  • gli Stati Uniti avrebbero riconosciuto il controllo russo della Crimea, del Donbass e delle province di Kherson e Zaporozhye, cioè il ponte di terra che collega la Crimea alla Russia;
  • l’Ucraina avrebbe acquisito lo stato di paese demilitarizzato e la presenza di armi occidentali, unità HIMARS e carri armati Leopard e Abrams sarebbe stata limitata solo alla parte Ovest del paese, solo come deterrente per scoraggiare ulteriori attacchi russi;
  • i cambio la Russia avrebbe dovuto solo interrompere la sua offensiva di Primavera.

In pratica gli USA davano alla Russia tutto ciò che aveva chiesto. Si è scatenato però il panico in Occidente quando la Russia ha risposto “niet” a questa offerta: il suo orizzonte è ormai tutta l’Ucraina. Mosca sa bene che se espellerà gli occidentali dal paese sarà solo questione di tempo prima che la NATO si riarmi. Ha imparato bene dagli accordi di Minsk-1 e Minsk-2 che, come confermato dalla stessa NATO, altro non erano che un modo per prendere tempo e costruire un esercito per attaccare la Russia.

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