Cade anche la seconda fortezza europea: dopo Bakhmut anche Avdeevka tra poco in mano ai russi

Cade anche la seconda fortezza europea: dopo Bakhmut anche Avdeevka tra poco in mano ai russi

Ieri il quotidiano conservatore The Telegraph aveva pubblicato un articolo con un titolo molto chiaro: “La Russia di Putin è vicina ad una devastante vittoria. Le fondamenta dell’Europa stanno tremando”. Sembra un titolo esagerato ma non lo è. Le fondamenta non dell’Europa ma dell’intero Occidente stanno davvero tremando.

Per capire cosa significhi la vittoria russa va innanzitutto ricordato che questa guerra, quella che l’Ucraina sta combattendo da due anni contro la Russia, era stata attentamente preparata per 7 anni. Dal 2014 Kiev non aveva fatto altro che preparare la guerra contro i russi, spinta dalla NATO, e aveva costruito delle vere e proprie fortezze in alcune città. Fortezze che non esistono in Europa, non come erano state costruite in Ucraina. Fino a Lisbona non c’è niente in Europa che si avvicini alla complessità delle fortificazioni costruite a Bakhmut e Adveevka.

Senza subire conseguenze economiche (l’economia russa quest’anno crescerà), senza subire conseguenze interne, senza coinvolgere nemmeno una parte rilevante delle proprie forze tanto che non è stata annunciata nemmeno una mobilitazione generale e, soprattutto, senza usare nemmeno la forza sproporzionata usata per esempio da Israele contro i Palestinesi, la Russia in nemmeno due anni ha conquistato le due fortezze più importanti in Europa. Due città che non era previsto in nessuno scenario che cadessero.

I russi hanno combattuto, da soli, contro 37 paesi della NATO che si sono alternati nel fornire armi e supporto all’Ucraina. La NATO pensava non solo di resistere ma di sfondare e portare la guerra in Russia, distruggerla economicamente e favorire il crollo del governo. Aveva persino fatto piani per la balcanizzazione del paese ed invece la sorpresa è stata che nessuna wunderwaffen occidentale è stata capace non solo di battere ma nemmeno di resistere alla metodica organizzazione russa né alle sue armi.

Nel frattempo l’Occidente, ed in particolare i paesi europei, hanno cercato di rendere sempre più dura la loro presunta punizione verso i russi, aumentando sempre di più la posta quando hanno visto che non riuscivano a costringere i russi alla resa fino a diventare selvaggi per la rabbia e cadere nell’assurdo. Più l’Europa cadeva nella trappola statunitense, il cui piano B – dopo aver fallito nei confronti della Russia – era quello di uccidere almeno l’economia europea, più si infilava in una via senza uscita con la crisi economica generata dalle azioni di guerra che acuivano la necessità per il Vecchio Continente di uscire vincitore completo dal confronto. L’alternativa era perdere tutto, de-industrializzare, provocare instabilità politica e sociale al suo interno a causa della grande crisi economica.

L’Europa non è riuscita a sottrarsi all’abbraccio mortale degli USA ed è precipitata in una situazione nella quale ormai contempla persino la guerra contro la Russia, come ci ha ricordato di recente l’Ispettore Generale dell’Esercito tedesco, Breuer: “Dobbiamo preparaci per una guerra difensiva”

Contro chi si deve difendere Berlino? La Germania pensa davvero che i russi, ormai pronti ad estendere il loro controllo su tutta l’Ucraina dopo il crollo dello stato ucraino, vorranno attaccare la Germania? Ovviamente non lo pensano ma sanno un’altra cosa: l’Europa ha bisogno di quello che otteneva dalla Russia. Il suo calcolo era quello di vincere facilmente con le sanzioni economiche e costringere i russi a svendere quello che serviva all’Europa. Non era previsto che il Vecchio Continente dovesse fare a meno, se non per poco, delle sue importazioni dalla Russia ma la situazione ora è difficilissima. Mosca fa ormai a meno delle capitali europee e non accetterà mai di riprendere le relazioni precedenti.

Né l’Europa potrebbe fare finta di niente e ricominciare come se nulla fosse stato, se non altro per questioni di immagine. Ci vorranno anni, forse decenni, perché i rapporti inizino a normalizzarsi e questo rende le élite europee consapevoli che si stanno incamminando verso il baratro. Se sono impossibilitate ad ottenere quello che avevano prima, forse anche la guerra diretta non è da escludere per cercare di arrivare a riconquistare quelle risorse di cui ha bisogno disperato.

La disperazione europea, la consapevolezza di essersi cacciati in una situazione dalla quale non sanno come uscire se non con danni enormi, ha fatto cadere gli europei nelle assurdità. Ce ne rendiamo conto facilmente dalle ultime dichiarazioni di ufficiali UE, a partire dal premier tedesco Scholz che ha accusato la Russia di avere interrotto le forniture del gas all’Europa costringendola a comprare il gas anche a 10 volte il prezzo precedente, ante-guerra:

E’ ovvio che Scholz rischia di scadere nel patetico facendo finta di avere dimenticato i millemila pacchetti di sanzioni che la UE ha approvato per bloccare le forniture di petrolio e gas dalla Russia, contro i suoi stessi interessi. Accusare i russi di avere interrotto le forniture non è assurdo, è solo patetico.

Così come patetica è stata la von Der Leyen che è andata ad accusare la Cina di mantenere uno sbilanciamento, a favore dei cinesi, della bilancia commerciale. Quando i cinesi hanno chiesto alla UE di vendere cose che interessavano loro, ad esempio 1.000 macchine per la litografia dei microprocessori, la UE ha rifiutato dicendo che “gli USA ce lo proibiscono”. I cinesi hanno allora commentato che le lamentele della UE sullo sbilanciamento della bilancia commerciale ed il contemporaneo rifiuto della UE di vendere ciò che i cinesi vogliono comprare “non ha senso logico”. In sostanza, la von Der Leyen voleva che i cinesi comprassero cose di cui non hanno bisogno solo per fare un favore all’Europa. Patetico.

La guerra in Ucraina è persa e ora dipende solo dalla Russia decidere se vuole arrivare fino a Kiev oppure fermarsi prima e proporre un ulteriore accordo alla NATO. La Russia aggiungerà probabilmente tutte le aree russfone, Kharkiv, Odessa, fino ad arrivare al fiume Dnipro e poi proverà a strappare un nuovo accordo alla NATO che eviti ulteriore spargimento di sangue. Soprattutto tra gli ucraini, almeno quelli che sono rimasti dopo che i decessi sono ormai superiori ai 500mila e tra feriti e inabili alla guerra si arriva a qualche milione.

Se la NATO, come diceva Breuer, si prepara ad una “guerra difensiva” è perché sa di non potersi fermare. Un accordo adesso sarebbe devastante per la NATO e soprattutto per l’Europa che non può permettersi di non riottenere le risorse russe per la sua economia.

Gli annunci sulla fine dei soldi e dei finanziamenti servono a costringere il governo ucraino a lanciare contro i russi tutto quello che ha, usare anche i mezzi più disperati cosa che gli ucraini comunque stanno facendo da mesi.

Si sprecano per esempio le prove di intere divisioni dell’esercito ucraino composte da sole donne visto che gli uomini sono ormai finiti:

E le mobilitazioni non risparmiano nemmeno i ragazzini:

Le chiamate ad usare il terrorismo e la minaccia di ridurre o eliminare gli aiuti essenzialmente servono a fare massima pressione sulle élite ucraine perché mandino al fronte tutto quello che hanno, senza risparmiare più nulla né pensare a qualsiasi domani.

Ecco perché ormai anche tra queste élite l’accordo si sta disintegrando e ci sono ormai contrasti non più sanabili con tutte le figure di potere che tentano di prendere la posizione migliore per il dopoguerra. Lo stato ucraino sta crollando e i russi iniziano persino a formare battaglioni composti da ucraini che sono passati dall’altra parte e vogliono liberare il paese dalla marmaglia nazifascista che li ha mandati in guerra. Nel filmato che segue il primo gruppo di ucraini fa il giuramento per entrare nell’esercito russo:

La guerra è finita da mesi ed il motivo per cui si combatte ancora è che i russi non vogliono comportarsi come Israele sta comportandosi con i palestinesi. Ora è il momento delle scelte difficili in Europa.

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