Giù la maschera: i civili palestinesi non si arrendono e gli occidentali tagliano i loro fondi per costringerli alla resa

Giù la maschera: i civili palestinesi non si arrendono e gli occidentali tagliano i loro fondi per costringerli alla resa

Dobbiamo essere grati ai governi di Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada, Australia, Olanda, Finlandia e Svizzera. Dobbiamo essere grati perché finalmente gettano la maschera e chiariscono bene che il loro intento è costringere i palestinesi alla resa, nient’altro.

La disastrosa campagna israeliana sta finendo con una sconfitta epocale: gli israeliani hanno distrutto praticamente tutto nella Striscia di Gaza ma continuano a non riuscire a fermare la Resistenza palestinese, non riescono a liberare nemmeno gli ostaggi – nemmeno uno! – per poter dichiarare un minimo successo, non riescono a sconfiggere militarmente la Resistenza che li sta decimando tanto che sono dozzine gli aerei ed i mezzi pesanti che gli Stati Uniti hanno trasportato nei giorni scorsi in Israele per sostituire le ingenti perdite inflitte dai palestinesi. E poi ci sono i soldati persi, quelli non si possono sostituire e Israele sta letteralmente comprando mercenari in Europa per sostituire le migliaia di feriti e uccisi e quelli che si sono rivelati inadatti a combattere.

Ma quello che attanagliava ancora gli israeliani erano i civili palestinesi. Uccisi a decine di migliaia, mutilati, affamati, costretti a bere la pioggia e mangiare l’erba. Ma i dannati non si arrendono. Non parlano, non dico dove si nasconde la Resistenza, non un fiato su dove siano gli ostaggi, nessun tentativo di scalzare la Resistenza palestinese e imporre una nuova leadership. Niente. Quei dannati palestinesi non si arrendono e quindi, dopo Israele, cerca di affamarli anche l’Occidente per costringerli alla resa. Perché quei dannati non si arrendono?

Oggi però sappiamo che tutte le chiacchiere sulla pietà e sull’interesse verso i palestinesi sono appunto chiacchiere. Chi descrive Biden come arrabbiato con Netanyahu mente o si illude. I governi occidentali non sono contrari a quello che succede a Gaza, sono loro a volere che Israele spazzi via i palestinesi e stanno armando Israele perché ci riesca. Non sono contrari alla pulizia etnica di Gaza, sono loro che la vogliono. Il gioco del poliziotto buono e quello cattivo non inganna nessuno.

Così, prendendo la scusa di una evidente menzogna ed inventandosi che qualcuno nell’agenzia dell’ONU avrebbe aiutato i palestinesi negli attacchi del 7 Ottobre, colgono la palla al balzo per togliere i fondi all’unica agenzia che oggi si occupa di alleviare le sofferenze dei palestinesi di Gaza, sperando di ottenere due obbiettivi:

  • costringere ovviamente i palestinesi alla resa, privandoli proprio di tutto;
  • distruggere l’UNRWA che è un simbolo del problema dei profughi palestinesi e quindi del loro diritto di vivere in Palestina.

Che sia una scusa è molto evidente, tanto che già il 4 Gennaio 2024 (prima di qualsiasi notizia in merito) l’ex-ambasciatrice Noga Arbell aveva già chiesto la “distruzione dell’UNRWA”:

“Sarà più difficile per noi [eliminare i terroristi] se hanno una causa. L’UNRWA è la fonte della loro causa. L’idea che sempre più terroristi nascano in tutti i modi e sarà impossibile per noi vincere questa guerra se non distruggiamo l’UNRWA. E questa distruzione deve iniziare immediatamente. Non è rilevante parlarne domani. Noi dobbiamo agire oggi per affrontare questi problemi immediatamente.

Oppure perderemo la finestra di opportunità che si è aperta, come è successo molte altre volte. E in questo contesto ci sono due cose che possiamo fare per andare avanti [con questo obbiettivo]: una è la relazione di Israele con l’UNRWA ed i paesi che contribuiscono all’agenzia. La seconda è la relazione con la popolazione palestinese che l’UNRWA aiuta. In questo senso ricordo a tutti che l’UNRWA opera dal 1967 in Israele su precisa richiesta del governo israeliano. Siamo noi che l’abbiamo portata qui.

Israele può quindi chiedere all’agenzia di sospendere le attività e nel contempo affrontare il problema dei rifugiati che il cui status l’agenzia elargisce in modo molto generoso. Perché per un rifugiato ci sono degli obblighi internazionali [da rispettare]. Le attività dell’UNRWA non possono essere ignorate, devono essere fermate. Oppure devono andarsene al diavolo. Chi ne avesse bisogno deve andare dall’UNHCR e provare ad ottenere aiuto.”

Come si sente direttamente dalle parole di Arbell, l’obbiettivo di distruggere l’UNRWA è precedente a qualsiasi accusa. Poi si sono inventate delle accuse false per poter ottenere il risultato che serviva e, soprattutto, costringere i paesi compiacenti a sospendere gli aiuti. La strategia è che si deve eliminare il problema dei rifugiati palestinesi perché si possano rimuovere da Israele e spostare in altra destinazione. Il problema del rientro dei palestinesi in Palestina deve essere spazzato via concettualmente perché si possa cacciarli e l’attacco alla UNRWA serve a chiudere la fase in cui si pensi che ci siano dei rifugiati che devono rientrare nei territori che non solo Israele, ma l’Occidente tutto, ha bisogno di riassegnare ad Israele.

Con questa strategia, il problema dei palestinesi può essere gestito come quello di “normali” profughi che devono essere riassegnati e sparpagliati dall’ONU: qualcuno qui, qualcun altro là, altri laggiù. Fine dell’idea stessa di uno stato palestinese.

Oggi l’Occidente conferma che con questo piano, che tra l’altro Israele ha sempre reso chiaro e mai nascosto, non solo è d’accordo ma sta facendo di tutto perché riesca, allineandosi al tentativo di distruggere la volontà non tanto dei miliziani palestinesi, quanto proprio dei civili. Affamandoli, torturandoli.

Grazie: ora è tutto chiaro.

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