Letta vuole conquistare i porti a colpi di cannone e questo mostra bene la disperazione occidentale

Letta vuole conquistare i porti a colpi di cannone e questo mostra bene la disperazione occidentale

Negli ultimi giorni si distingue Enrico Letta che, dopo aver mangiato il manuale del perfetto uomo-NATO, chiede di conquistare i porti ucraini a colpi di cannone con quella che lui chiama “missione militare umanitaria”. Gli fa eco El Pais, il quotidiano spagnolo, che spiega come l’UE stia progettando una missione via mare che dovrebbe portare le navi europee ad entrare nel porto di Odessa e tentare di prelevare il grano ucraino, scortandolo poi via.

Il tweet di Letta

“Milioni di persone di paesi in difficoltà stanno aspettando” il grano ucraino, dice Letta usando la storia di copertura che l’Occidente tenta di diffondere per tentare di non far capire quello che tutti hanno già capito da un pezzo: gli occidentali sono disperati e, lungi dal preoccuparsi dei paesi svantaggiati, sono invece preoccupati perché sanno che avranno grandissime difficoltà al loro interno, per la loro popolazione.

La missione militare umanitaria di Letta consiste quindi nel tentare di rubare all’Ucraina il grano, approfittando del pupazzo Zelensky che da mesi esegue gli ordini della NATO ed è disponibile a svuotare i suoi granai per accontentare gli occidentali senza curarsi delle conseguenze.

Mentre la UE, ad esempio per bocca di Borrell ma anche di Letta che vuole svuotare i depositi “per riempire di nuovo le scorte”, vuole sostanzialmente prelevare tutto il grano ucraino della passata stagione senza curarsi degli ucraini, gli esperti avvertono che la nuova stagione non sarà ricca come la precedente e questo per tante ragioni che includono anche la guerra in corso ma anche per ragioni più normali come i cali stagionali. Già oggi, mentre il governo ucraino sta cercando di fare uscire il grano dal paese per soddisfare le mire… anzi la fame della NATO, a Rivne gli ucraini ottengono il grano necessario dall’ONU e non dal loro governo.

Ai paesi occidentali non interessa quindi il fatto che stanno per affamare un intero paese, hanno bisogno di quel grano per evitare rivolte al loro interno e lo vogliono tutto. E lo vogliono subito, tanto da cercare addirittura di sbloccare la soluzione con missioni “suicide” verso Odessa. Perché il problema è semplice: sarà possibile trasferire il grano all’interno dell’Ucraina per assicurare i rifornimenti alla popolazione ucraina, spostandolo con i treni ed altri mezzi terrestri ma non sarà mai possibile – in breve tempo – esportare grandi quantità di grano verso i paesi UE senza l’uso delle navi.

La storia dei paesi, soprattutto africani, sull’orlo di una catastrofe alimentare è ovviamente la copertura necessaria per tentare di dissimulare il fatto che questi rifornimenti servano disperatamente agli occidentali. Del resto, i paesi africani hanno ben compreso il messaggio inviato da Russia e Cina diverse settimane fa.

Pechino è il paese che detiene il 40% circa delle scorte mondiali di grano, la Russia il secondo produttore al mondo. Insieme hanno già rassicurato decine di paesi che non avranno difficoltà a ricevere rifornimenti dai due paesi, rifornimenti “illimitati”. La Russia ha annunciato di avere circa 25 milioni di tonnellate di grano per l’esportazione quest’anno. I due alleati hanno già quindi fatto capire ai paesi del MENA (Middle-East, North-Africa) ed agli altri che sebbene gli occidentali stiano tentando di bloccare le esportazioni del grano, non c’è nulla da temere. e infatti la NATO ha scoperto con terrore – e ancora non se ne capacita – quanti pochi paesi del Medio-Oriente e dell’Africa intera abbiano preso le sue parti nel confronto con i russo-cinesi. Quasi nessuno.

I paesi occidentali stanno provando ad ingegnerizzare una crisi bloccando i pagamenti, le transazioni ed a fare tutto quello che possono per danneggiare l’approvvigionamento dei paesi più deboli, per tentare di mantenerli nella loro sfera di influenza. Proprio ieri, mentre la UE e Letta lanciavano ipotesi fantascientifiche di assalto ai porti ucraini, Eduard Zernin – presidente dell’unione degli esportatori di grano russi – confermava che “non ci saranno limitazioni relative all’esportazione di grano” e che “verranno aperti dei mercati regionali che opereranno in valuta locale” per rifornire i paesi che si trovano in difficoltà.

Ovviamente la Russia fornirà il suo grano solo ai paesi “amici” e questo significa che i paesi occidentali possono dimenticare qualsiasi accesso a quelle esportazioni qualora le sanzioni non vengano annullate. Tutti sanno che l’Occidente è in grandissima difficoltà e tutti si stanno preoccupando di imporre limitazioni alle esportazioni del loro cibo per evitare che i vampiri – che non guarderanno in faccia a nessuno – ne facciano razzia lasciando le popolazioni locali che li producono a rosicchiare il tavolo. Che è poi esattamente quello che sta succedendo in Ucraina dove la NATO sta espressamente rubando il grano di Kiev per coprire i suoi fabbisogni senza preoccuparsi se gli ucraini ne avranno o meno.

E così che l’India ha bloccato anche le esportazioni di zucchero o l’Indonesia quelle di pollo. Del resto, pur essendo in mezzo ad una guerra la Russia si è preoccupata di portare in Sri Lanka quel petrolio che il paese necessitava, dopo essere stato colpito da una gravissima crisi economica che ha causato rivolte popolari. Sebbene il petrolio russo di tipo “siberiano” non sia l’ideale per le raffinerie dello Sri Lanka, modellate sul petrolio iraniano più “leggero”, ricevere questi rifornimenti sta consentendo al paese di rispondere alle legittime richieste della popolazione. Queste necessità sono state completamente ignorate dagli occidentali in preda alla sua crisi petrolifera e di approvvigionamento di energia.

Quando leggete quindi della imminente crisi alimentare non fatevi ingannare: l’Occidente si nasconde dietro un concetto semplice, quello che i paesi più poveri sarebbero in difficoltà ma la realtà è che i 30-40 paesi che hanno seguito la NATO nella folle idea di provocare la guerra in Ucraina e vincerla nel giro di pochi giorni ora sono disperati e temono che, come in Sri Lanka, presto la mancata disponibilità di cibo possa portare spaventose rivolte ed una crisi economica.

Gli altri 150 paesi da settimane hanno garanzie, e la prova, che riceveranno le scorte che servono loro.

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