Ucraina prossima al collasso: si avvicina il momento di proteggere gli ucraini all’estero

Ucraina prossima al collasso: si avvicina il momento di proteggere gli ucraini all’estero

I media occidentali ormai non hanno più la capacità di analizzare nulla ed attendono solo le veline dagli uffici della NATO ma tutti gli altri hanno notato un drammatico cambio di tono nei messaggi di Zelensky ed in particolare hanno notato che il presidente ucraino per la prima volta se l’è presa con i ricchi del suo paese.

“Tutti sono in guerra. L’Ucraina è in guerra e quelli che non combattono in prima linea dovrebbero aiutare gli altri a combattere. Non dovrebbero essere nei bar, nei club o in strada a divertirsi.”

Ovviamente, i figli dei ricchi sono già all’estero sin dall’inizio della guerra ma in Ucraina è rimasta molta borghesia nazionale che si è fatta esonerare dalla guerra, loro ed i loro figli, e può pascolare tra club e spiagge aiutati dal fatto che i russi non colpiscono i civili ma solo obbiettivi militari. Zelensky si riferisce a scene come quella ripresa dal seguente video, in cui si vedono le persone delle zone più ricche del paese condurre vite normalissime, tra club, feste in strada e feste in piscina.

Tra le persone riprese ci sono con tutta evidenza ragazzi che secondo le leggi e le mobilitazioni ordinati da Zelensky dovrebbero essere nell’esercito, al fronte. Queste contestazioni nascono quindi per prima cosa dagli stessi ucraini che spesso lo denunciano sui social, mentre le persone continuano ad essere rapite per strada dai reclutatori

“Se guardi a Kiev potresti dire che c’è una guerra?
Per niente.
Guardate. Qui c’è una festa.
Che espressione hai?
E’ che Kiev mi piace molto. E’ una bella città. Mi chiedo solo che differenza ci sia con Frankovsk. Lì tutti sono terrorizzati, sono spaventati e non possono andare in nessun posto. Non possono andare in un negozio, da nessuna parte. C’è una mobilitazione generale e le persone vengono rapite [per essere mandate al fronte].
E qui a nessuno interessa di niente?
Beh, Kiev è la capitale. Dovrebbe essere la stessa cosa ma non è così e tutti qui si divertono. Non diresti mai che c’è una guerra se guardassi solo Kiev. Se invece ti sposti di 1.500km da Kiev…”

Questi video sono sempre più frequenti e vengono mostrati a decine dagli stessi ucraini e, mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una mobilitazione generale che porterebbe tutti i cittadini in guerra, il governo Zelensky approva leggi sempre più stringenti che obbligano a segnalare tutti quelli che si pensa abbiano evaso l’obbligo di mobilitazione. Parliamo ovviamente delle persone comuni perché la borghesia ucraina continua a festeggiare in piscina.

Una nuova legge inviata al Parlamento ucraino (la Verkhovna Rada), ad esempio, obbligherà tutti i proprietari di appartamenti ad inviare notizie sui loro inquilini e la corrispondenza o scambi di messaggi fra di loro per segnalare tutti coloro che – magari nascondendosi dai reclutatori che ormai imperversano nel paese – si nascondono nelle case ed in molte città ucraine – come segnalato dal video – hanno paura di uscire persino per andare a fare la spesa per non incappare negli sgherri di Zelensky che li rapirebbero letteralmente per strada per mandarli al fronte senza nemmeno chiedere informazioni.

La nuova legge obbligherebbe quindi tutti i proprietari di immobili e i lavoratori delle aziende di servizi pubblici come quelle che forniscono luce, gas, telefono etc. a raccogliere informazioni sui loro clienti e verificare se questi siano soggetti a mobilitazione, organizzando eventualmente persino la loro deportazione con i militari.

Di recente anche due italiani sono stati sottoposti a mobilitazione a Kiev, con i loro nomi forniti ai militari proprio dai proprietari degli immobili nei quali risiedevano.

Ma non è la cosa peggiore. Vista ormai l’impossibilità di reperire soldati al Parlamento ucraino è stata inviata un’altra proposta di legge che vieta gli spostamenti all’estero dei ragazzi tra i 16 ed i 18 anni, i prossimi che saranno rapiti e finiranno in guerra. Sappiamo già che nelle scuole secondarie si tengono lezioni di addestramento costanti per fornire addestramento militare di base ai ragazzini tra i 12 ed i 18 anni e che sarà questa la prossima carne da macello che verrà mobilitata e mandata in guerra.

L’azienda del gas Naftogaz addirittura offre sconti sui servizi personali e comunali a quei clienti che forniranno informazioni alle autorità sulle persone che hanno evaso la mobilitazione.

Ma da mesi si rincorrono anche i rumor sul fatto che il governo di Kiev stia chiedendo ai governi che hanno accettato rifugiati ucraini di raccogliere informazioni su chi sia presente nei loro paesi, dove abiti e ne tenga i contatti preparandosi a “restituire”, cioè deportare, tutte le persone in età compatibile con la mobilitazione. Si sa che il governo ucraino sta sollecitando quello canadese a rientrare in contatto con circa 30mila ucraini residenti in Canada. Kiev spera che Toronto possa “restituire” la maggior parte di questi esuli, per mandarli in guerra. La notizia si è diffusa da mesi tra gli ucraini all’estero che ne parlano ora apertamente.

“Ragazzi, la nostra fortuna è finita. Secondo le nuove informazioni gli uomini ucraini devono essere fermati in Europa e poi saranno costretti ad andare al fronte. Non so se questa informazione sia vera ma penso che sia attendibile.”

A spingere per il ritorno dei rifugiati non è solo il governo ucraino ma in questo Kiev è spalleggiata dai media occidentali. Ad esempio qualche settimana fa Bloomberg affermava che le donne ucraine rifugiate all’estero devono ritornare in Ucraina “per ricostruire l’Economia”. La scusa ufficiale è che gli uomini sono solo il 32% dei rifugiati all’estero perché è vietato per loro uscire dal paese ma la realtà, più semplice, è che il ritorno delle donne costringerebbe anche i loro mariti, figli ed eventuali genitori a tornare in Ucraina.

Arriverà quindi molto presto il momento in cui in Occidente bisognerà nascondere gli ucraini dalle grinfie del loro governo che vuole combattere fino all’ultimo ucraino e che sta perdendo in modo disastroso la guerra.

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