La NATO vorrebbe entrare in guerra ma le analisi dei suoi esperti sono scioccanti: 3.600 vittime al giorno

Non ci sono più molte alternative per la NATO se non entrare in guerra direttamente. L’ideale sarebbe che, sconfitto l’esercito ucraino, un altro paese come la Polonia si offra volontariamente di entrare in guerra contro la Russia da solo, con il solo supporto esterno della NATO un po’ come fatto con Kiev, ma ci sono due problemi per questo scenario:

  • dopo aver visto cosa sia successo all’Ucraina, quale paese entrerebbe da solo in guerra contro la Russia senza il supporto della NATO? Probabilmente nessuno, nemmeno la Polonia a questo punto;
  • la NATO non è in grado di produrre le armi che servirebbero per rifornire un altro paese come successo per Kiev. Gli arsenali dell’Alleanza sono paurosamente vuoti, la Russia produce di molte più munizioni, droni e tutti gli altri tipi di armamenti. O la NATO entra in guerra con arsenali, se non pieni, almeno sufficienti o finirà per essere sconfitta in pochissimo tempo.

Non è quindi lontano il momento in cui Stoltenberg ed i suoi, in ossequio al nome, dovranno decidere di procurarsi un modo per giustificare il loro ingresso in guerra ma le analisi degli esperti dell’Alleanza sono scioccanti.

Il college dell’Esercito USA ha diramato stime allarmanti:

“La guerra russo-ucraina sta confermando delle vulnerabilità significative nel numero del personale strategico dell’Esercito e nella sua capacità di sostenere e rimpiazzare le perdite. Gli analisti medici dell’Esercito stimano un tasso continuativo di perdite di circa 3.600 vittime al giorno tra morti e feriti o affetti da malattie o altre ferite non causate dalla battaglia. Con un tasso di sostituzione del 25%, di stima che il personale debba acquisire 800 nuovi elementi ogni giorno. Come contesto, gli Stati Uniti hanno dovuto sostenere circa 50mila vittime in due decadi per le guerre in Iraq ed Afghanistan. In operazioni su larga scala [in una eventuale guerra con la Russia] gli Stati Uniti potrebbero dover fronteggiare lo stesso numero di vittime in due settimane.”

L’analisi continua (nella foto) spiegando che che il concetto di forza composta da soli volontari nato negli anni ’70 è obsoleto e non è più indicato per le guerre moderne e che quindi gli Stati Uniti dovrebbero iniziare a pensare all’introduzione di una leva militare obbligatoria.

Questa analisi è disastrosa e predice che in caso di guerra con la Russia o con la Cina, gli Stati Uniti e l’intera NATO potrebbero trovarsi a fronteggiare 50mila vittime ogni due settimane. Uno scenario da incubo che toglie il sonno anche ai falchi più spietati dell’Alleanza. Non perché ne siano dispiaciuti ma perché sanno che sarebbe impossibile giustificare verso le loro popolazioni un tasso di morti così elevato, pari a 100mila vittime circa ogni mese, 1,2 milioni circa in un anno di conflitto. Una strage, con 800 elementi da buttare al fronte ogni giorni solo per sostituire parzialmente le vittime del giorno prima.

Soprattutto, dice l’analisi, non si saprebbe dove trovare tanti uomini se non – altro scenario da incubo – ricorrendo ad una leva obbligatoria. Quanto le società possano tenere senza ribellarsi ad una cosa del genere non è dato sapere.

La NATO sa di non avere alternative eppure sa che la guerra che sta per intraprendere contro la Russia sarà devastante.

Link all’analisi :

https://press.armywarcollege.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3240&context=parameters

Leave a Reply

Your email address will not be published.