Quell’inganno pasticciato che non ha portato la Polonia (e la NATO) in guerra. Non ancora

Quell’inganno pasticciato che non ha portato la Polonia (e la NATO) in guerra. Non ancora

Quando in Europa è ormai sera arriva la notizia che alcuni non volevano, compresi i suoi estensori. Per tutto il giorno i vari paesi europei avevano fatto professione di fede e diramato comunicati sull’irresponsabile attacco russo alla Polonia. I polacchi erano pronti, gli ucraini pure, era tutto pronto per l’escalation ma a sera arriva la doccia gelata: gli USA ritengono che il missile caduto a Przewodow fosse ucraino, un missile anti-aereo finito lì per sbaglio. Per ore gli USA avevano tentato di lasciare aperta la porta della speranza ma la NATO, in questo momento, non può permettersi di usare un casus belli debole se vuole trascinare più paesi possibile nell’avventura di un intervento in Ucraina. Se il caso è debole, molti paesi europei potranno sfilarsi ed evitare di seguire la NATO ma se apparisse inattaccabile qualche (coraggioso) politico europeo potrebbe tentare persino di giustificare la guerra con la Russia.

Era quindi tutto pronto: la Polonia aveva scritto i comunicati in cui si parlava di missile “di fabbricazione russa”, una mezza verità o una mezza bugia che diceva quello che volevano sentire senza tecnicamente mentire; gli USA avevano pronti i loro inviti alla NATO; l’Ucraina aveva concordato – probabilmente alle spalle delle formazioni neonaziste che sono da sempre contrarie – l’esito della guerra con Varsavia. Gli altri dovevano seguire.

Si capisce che hanno fatto un pasticcio da come si sono comportati tra ieri ed oggi. Gli USA hanno aspettato ore, quando era evidente a tutti, prima di affermare a malincuore che si fosse trattato di un errore ucraino. Non volevano credere che quei pasticcioni avessero rovinato tutto. Lo stesso dicasi per i polacchi che hanno diramato comunicati equivoci per ore in attesa di qualche spiraglio, di qualche appoggio. Era sicuramente russo. Era russo di fabbricazione russa. Era ucraino ma proteggeva da un missile russo. Fino a quando si sono dovuti arrendere e dichiarare che il missile era ucraino ed era stato un errore. Questo mentre i pasticcioni di Kiev, avendo capito di avere rovinato tutto, cercavano di arrampicarsi sugli specchi. Zelensky continua stasera ad affermare che il missile è russo, il governo ucraino chiede di avere tutti i dettagli che lo escludano e vuole accedere al sito colpito per fare le sue indagini etc etc.

Ma come si è arrivati a rovinare tutto? In primis l’errore l’hanno fatto gli ucraini che, come si è sempre detto, si trovano ormai in grande difficoltà in quanto a mezzi ed armi. Probabilmente per il finto attacco avrebbero dovuto usare dei missili che potevano essere attribuiti ai russi, come i Tochka, che però evidentemente o non hanno più o non ne erano disponibili in situ. In difficoltà quei pasticcioni hanno usato dei missili di una unità anti-aerea S-300 spostata lì per l’occasione. A quel punto nessuno poteva credere già che i russi avessero la Polonia che era lontana dai loro obbiettivi ma che poi l’avesse fatto con missili anti-aerei…

La seconda circostanza che ha rovinato tutto è stata probabilmente la comparsa, pochi minuti dopo, delle foto dei missili su Internet, troppo presto perché il governo polacco potesse bloccare la zona come ha fatto dopo e far sparire le tracce dell’errore ucraino. Quando le foto sono comparse su Internet tutti potevano vedere chiaramente che il missile usato era un missile anti-aereo, impossibile poi negarlo. Con i dettagli disponibili pubblicamente era difficile reggere la sceneggiata del missile russo. Ad un certo punto se ne sono accorti anche gli Stati Uniti che hanno dovuto rinunciare.

Il fatto che il governo ucraino insista sulla sua versione e stia ancora tentando di trascinare in guerra la Polonia, che non aspetta altro, testimonia come Zelensky e i suoi sappiano che la loro fine è vicina tanto ad accelerarla, se possibile. La Polonia non entrerebbe infatti in guerra per aiutare semplicemente l’Ucraina ma di fatto Varsavia entra in guerra per conquistare l’Ucraina ed annettere territori che considera suoi. Questo porterebbe alla fine dell’Ucraina come stato nella sua forma attuale e scatenerebbe probabilmente rivendicazioni anche da parte di Romania e Ungheria. Qualche giorno fa l’Ungheria a suscitato le ire di Kiev quando un deputato di estrema destra ha salutato il giorno di indipendenza della Polonia con questa foto.

La foto del 1939 mostra un ungherese ed un polacco che si danno la mano ma al confine della Transcarpazia, una regione ucraina che l’Ungheria aveva appena invaso. Di fatto, si invita la Polonia a spartirsi quello che rimane dell’Ucraina. Gli ungheresi sanno che la Polonia non entra in guerra per difendere Kiev ma per cancellare lo stato ucraino, solo che qualcuno di loro ne vorrebbe una fetta.

Il fatto che Zelensky stia incoraggiando e cercando di provocare questo scenario la dice lunga sulle sue prospettive future. Soprattutto segna una profonda spaccatura con i militari nazifascisti che di vedere i polacchi in Ucraina non vogliono sentire parlare perché sanno cosa vogliono. Questo nonostante molte migliaia di polacchi siano già in ucraina a combattere spesso con la divisa dell’esercito di Kiev.

Ma un conto è farsi aiutare, altro è accettare di essere annessi alla Polonia.

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